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Nel mezzo di Alessandra di Francesco a cura di Roberta Melasecca

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, le note di Barbara Lalle su ‘Nel Mezzo’, mostra di Alessandra Di Francesco in mostra presso Interno 14 di Roma fino al 14 aprile.

 

‘Nel Mezzo’ di Alessandra Di Francesco a cura di Roberta Melasecca è la mostra inaugurata lo scorso 21 marzo presso Interno 14, associazione senza finalità commerciali che da cinque anni anima Roma ed il quartiere Esquilino con esposizioni, dibattiti, incontri ed allestimenti.

Saliti al quarto piano dello stabile, ci apre la curatrice stessa, Roberta Melasecca, che con la gentilezza e l’accoglienza che la contraddistinguono, ci conduce nel percorso espositivo.

La mostra della Di Francesco ricorda i vecchi album di fotografie che sfogli come piccole opere d’arte fatte di ricordi e leggerezza di un momento. Ma anche di delicatezza onirica quando il sogno estratto si unisce a ricordi reali facendoci entrare in una nuova dimensione.

Tante sono le suggestioni che donano queste tele. Il tratto veloce delle pennellate ricorda quando con la testa sott’acqua guardi verso l’alto e le figure all’esterno si fondono con il cielo con piccole increspature.

La curatrice mi espone: ‘Le opere esposte nelle quattro stanze di Interno 14 sono il frutto del lavoro ventennale di Alessandra Di Francesco che di volta in volta ricama sulla tela codici, fili, reti, trame che fondono tradizione decorativa e ricerca scientifica, sapere teorico e sapienza tecnica. Alessandra utilizza differenti linguaggi che diventano ora ramificazioni cromatiche e filamenti neuronali ora intrecci vegetali e orditi floreali.

In questi ultimi lavori Alessandra opera una sottrazione di peso: le figure si librano nell’aria, affrancate dalla pesantezza di quelle reti che le agganciavano inesorabilmente alla terra, ma non si dissolvono nel sogno e nell’irrazionale. I contorni diventano linee impercettibili, fondendosi con il delirio primaverile di fiori volteggianti, anch’essi di irriconoscibili fattezze; sulla superficie della tela le profondità dei pensieri si materializzano ora in onde vibranti e fuggenti, ora in scarti di colore nascosto. Ogni elemento acquista nuovo corpo e ignota vita: all’interno di questo rigenerato campo magnetico, non sono più necessarie formule per decodificare attimi e memorie. E’ sufficiente osservare la magnificenza e la fragilità della vita, stare nel contingente e nel metafisico. Leggerezza di essere nel mezzo’.

Prima di accomiatarmi, incontro l’artista Alessandra Di Francesco per porle qualche domanda.

Qualche aneddoto personale, frammenti di episodi che raccontano di te. Qualcosa che ti va di condividere: non una biografia, non la risposta a ‘Che cosa volevi fare da grande’ ma qualcosa tra sogno e realtà, momenti, fatti e circostanze da ieri a oggi.

Racconterò una storia del passato che ha un nesso con questa ultima mostra ‘Nel mezzo’. Da bambina avevo una compagna immaginaria a forma di sirena. Avevo rimosso l’interstizio di una mattonella del bagno, dalla quale, da lì a poco, usciva ‘Serenella’ la quale infondeva giocosa e confortante compagnia. Con il cambiamento di casa dovetti lasciarla…non mi avrebbe seguito. In un pezzo di questa mostra ho inserito una sirena…un po’ nascosta. L’aspetto magico infantile ha un suo valore riempitivo di una certa solitudine, ma contiene elementi pericolosi che ti scollano dal reale.

Ricerca di nuovi linguaggi, sperimentazione, innovazione e tradizione…in cosa ti senti maggiormente incuriosita e coinvolto non solo come artista ma anche come persona?

Sono interessata ad entrambi: lavorerei a fianco, se potessi, ad un neuroscienziato o ad un fisico astronomico, nell’indefaticabile studio del macro-cosmo e delle micro-particelle; andando a ritroso intercettare nell’antico tutte le avveniristiche visioni, le grandezze raggiunte, la purezza della forma ancora tutta da esplorare.

Esperienze, ricordi, tappe del percorso artistico. Non un curriculum vitae, ma una o due di ognuno di questi segmenti…quelli a cui ti senti più legato e che hanno un significato particolare.

Le tappe più significative sono quando cresci, quando scopri una novità di te e del reale, assolutamente inaspettata… niente a che vedere con la magia infantile.

Ci sono persone, incontri e ‘maestri’ che hanno contribuito a migliorare o perfezionare la tua sensibilità artistica? Cosa ti hanno lasciato e cosa pensi di avere lasciato tu a loro?

 Sin dal Liceo ero assetata…durante l’Accademia partii per Wuppertal, volendo fare una tesi su Pina Bausch, e rimasi qualche mese. Una volta che hai incontrato un maestro ne puoi riconoscere altri e puoi imparare da tutto e da tutti, ma certo un vero grande maestro è raro da incontrare…io sono stata fortunata con la Bausch .

Argomento a piacere..o quasi! Un tuo progetto o due che vorresti maggiormente promuovere o portare a conoscenza.

In verità ne ho uno a cuore, che necessita di tempo, sia per trovare la sinergia ed i sostegni per realizzarlo, sia per lasciar decantare il forte tema che me lo ha aspirato. Occorre una gestazione ed una maturità di contro a questa frenesia dell’apparire, a mio avviso s’intende.

La mostra sarà visitabile fino al 14 aprile   presso Interno 14 Via Carlo Alberto 63 – Roma.

Barbara Lalle

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