Nel centrodestra, in vista del Consiglio europeo, sulla difesa europea e sull’Ucraina si troverà una ‘sintesi’. Nel Pd Pina Picierno è contro Schlein: “Sul riarmo Ue ha imposto una linea sbagliata”

Il centrodestra non ha dubbi: sulla risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio europeo, che verterà in gran parte sulla difesa europea e sull’Ucraina, si troverà certamente «una sintesi». A confermarlo sono stati i capigruppo di maggioranza al Senato, dove martedì il premier Giorgia Meloni terrà le prime comunicazioni, che poi replicherà mercoledì alla Camera. Il segnale di unità ai massimi vertici parlamentari di FdI, FI e Lega arriva proprio mentre nel Pd si consuma l’ennesima plastica dimostrazione di una frattura che ormai appare pressoché insanabile: mentre Elly Schlein si prepara ad affrontare la multiforme piazza sedicente “europeista”, Pina Picierno organizza una propria manifestazione a sostegno della petizione “Europa libera e forte”, ovvero di quella sorta di mozione d’appoggio alla linea von der Leyen in contrasto con la linea della segretaria dem.

La Vicepresidente del Parlamento europeo, ed eurodeputata dem Pina Picierno, con l’Appello “Per un’Europa Libera e Forte” che nasce dall’urgenza invariata che il Manifesto di Ventotene tracciò durante il secondo conflitto mondiale, per un’Europa federale e per un nuovo europeismo in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli”, si legge.
Tra i primi firmatari il socialista francese Raphaël Glucksmann, Vittorio Emanuele Parsi, Alessandro Alfieri, Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Nathalie Tocci L’appello individua cinque ambiti fondamentali su cui intervenire: “Innanzitutto, serve un’Europa più libera.

Bisogna riformare i Trattati per eliminare il diritto di veto, che spesso paralizza le decisioni comuni, e dare più forza al Parlamento europeo, trasformandolo in un vero organo legislativo. Accanto a questo, è necessario costruire un’Europa più forte, che sappia difendersi e inizi ad adoperarsi tramite la creazione di una difesa comune europea, con una maggiore integrazione tra gli eserciti e investimenti strategici per garantire la sicurezza dei cittadini”. “Servono, inoltre, strumenti concreti per proteggere la pace e la stabilità del continente. Ma un’Europa forte deve essere anche competitiva. Per questo occorre semplificare le regole, investire nell’innovazione e ridurre il divario economico tra le diverse regioni, affinché tutti possano beneficiare delle opportunità offerte dall’Unione. Non può esserci progresso, però, senza giustizia sociale”. L’appello chiede infine “un’Europa che sappia coniugare sviluppo economico e diritti. È fondamentale rafforzare il welfare, garantire un accesso equo a sanità e istruzione e combattere le disuguaglianze, a partire da quelle di genere”.

«Nessun dubbio che ci sarà una risoluzione unitaria in Senato martedì prossimo, a firma della maggioranza e che la voteremo tutti» anche per il capogruppo azzurro Maurizio Gasparri. «Alla fine dobbiamo solo restare allineati alle posizioni italiane, espresse dal governo» e «la risoluzione deve essere in sintonia con quanto fa l’Italia nella politica estera che sta portando avanti convintamente questo governo, a partire dall’appoggio all’Ucraina, alla volontà di raggiungere la pace, alla difesa comune».

La Lega, che sulla difesa europea si colloca su sfumatura diverse, conferma che spaccature in vista non ce ne sono. «Vogliamo lavorare a una intesa che sintetizzi le posizioni di tutti i partiti della maggioranza e sono certo che troveremo un accordo per una risoluzione comune», ha spiegato il capogruppo a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, assicurando che la maggioranza approverà una risoluzione unitaria in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo, che avrà all’ordine del giorno oltre alla situazione in Ucraina e la difesa europea, anche la competitività dell’Ue, inclusi l’automotive e l’acciaio, e il prossimo quadro finanziario pluriennale.

Dopo la spaccatura sull’astensione al voto sul riarmo europeo, cresce la tensione nel Pd. L’eurodeputata Picierno accusa la segreteria: “Ci hanno imposto una linea sbagliata”

La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno è ormai il volto più critico all’interno del Partito Democratico dopo la spaccatura sull’astensione al voto sul piano ReArm Europe. L’eurodeputata dem, in un’intervista a Il Giornale, ha espresso un giudizio netto: “È come se il Pd avesse deciso di astenersi su Schengen o sull’introduzione dell’euro: impensabile”.

Il voto, avvenuto nella plenaria dell’Europarlamento, ha visto il Pd dividersi in due blocchi: da una parte chi ha rispettato la linea della segretaria Elly Schlein, scegliendo l’astensione, dall’altra un gruppo di “ribelli”, tra cui Picierno, che ha votato a favore del piano europeo per la difesa.

Secondo Picierno, il problema non è solo politico ma anche di metodo. “Noi dem europei abbiamo discusso e lavorato con il Pse per migliorare il testo, ottenendo risultati importanti”, ha spiegato, “ma poi da Roma è arrivata la doccia fredda con la decisione di astenersi”. La critica principale è che il Nazareno avrebbe imposto una linea senza coinvolgere gli eurodeputati, generando una divisione evidente.

“Così sono emerse due linee di peso equivalente”, ha proseguito, lasciando intendere che la frattura interna non è marginale, ma riflette due anime diverse del partito: quella più vicina alla linea europeista e riformista, e quella più scettica sulla politica di riarmo della Commissione guidata da Ursula von der Leyen.

Pur negando che la questione metta in discussione direttamente la leadership di Schlein, Picierno ha mandato un messaggio chiaro: “Il compito di un leader è fare sintesi”. La divisione sul voto, infatti, dimostra che “nel Pd c’è un’anima riformista ed europeista forte, che non si può ignorare e annichilire, scambiando i propri desideri per la realtà”.

La decisione di non sostenere la risoluzione sul piano di difesa europea, secondo l’eurodeputata, ha creato un problema molto serio: “Se la risoluzione non fosse passata, avremmo messo una pietra tombale sulla difesa comune europea”.

Ora il Pd è chiamato a una riflessione interna: “C’è stata una frattura profonda su un tema cruciale per la nostra collocazione europea. Bisogna rifletterci e cercare di raddrizzare la rotta”.

Il voto sull’astensione alla Difesa comune è stato percepito da molti come un segnale di debolezza e incertezza da parte della segreteria Schlein, già sotto pressione per il calo nei sondaggi e le tensioni interne. Dopo le critiche di Romano Prodi e Stefano Bonaccini, anche l’ala più europeista del Pd sta prendendo sempre più le distanze dalla linea della segretaria.

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