Ndrangheta, voti di scambio: arrestati due consiglieri della provincia di Cosenza

Voti in cambio di finanziamenti alla cooperativa gestita dal presunto boss della ‘ndrangheta di Cosenza, Michele Di Puppo. E’ quanto accaduto durante le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale di Cosenza nel 2009, vicenda per la quale sono stati arrestati dalla Dda di Catanzaro, Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo nella loro qualità, rispettivamente, di ex sindaco ed ex assessore del Comune di Rende. I due politici che ora sono  consiglieri provinciali di Cosenza del Pd, si trovano attualmente ai domiciliari  proprio perché indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata Terminator.

E’ finito in manette anche il presunto boss della ‘ndrangheta di Cosenza, Michele Di Puppo.

Già in precedenza, Bernaudo e Ruffolo erano stati  indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio. I provvedimenti restrittivi di oggi, emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro,vengono notificati nell’ambito di un filone di indagine che vede i due indagati per  corruzione e corruzione elettorale. Il giudice per le indagini preliminari distrettuale di Catanzaro, Livio Sabatini, ha escluso l’aggravante delle modalità mafiose che era stata chiesta dalla Dda nella proposta di misura cautelare. A Bernaudo e Ruffolo viene contestato di avere assunto, nella società partecipata ‘Rende Servizi’, familiari ed esponenti della cosca della ‘ndrangheta Lanzino-Presta-Di Puppo, che opera nel territorio cosentino, in cambio del sostegno elettorale in occasione delle elezioni provinciali del 2009.

 Inoltre i due politici  vengono accusati di aver finanziato con risorse pubbliche la cooperativa ‘Rende 2000’ che secondo l’accusa era riconducibile a Di Puppo, indicato come soggetto di primo piano della cosca Lanzino-Presta-Di Puppo. Quale corrispettivo, secondo l’accusa sostenuta dai pm Pierpaolo Bruni e Carlo Villani, i due politici avrebbero ricevuto l’impegno della cosca a procacciare voti in loro favore in occasione delle elezioni provinciali.

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