Un momento dell'operazione della Guardia di Finanza di Caserta che ha scoperto un deposito "bunker" sotterraneo con 1,8 tonnellate di sigarette estere di contrabbando a ridosso nella zona di Scampia, a Napoli, 17 giugno 2016. ANSA/Guardia di Finanza/ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING

‘Ndrangheta: Gdf sequestra beni per 3 mln a cosca basso Lazio

Beni per oltre 3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a una cosca operante nel basso Lazio. Il provvedimento di sequestro eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, e’ stato emesso dal tribunale di Latina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma confronti di soggetti apicali della cosca Tripodo di Reggio Calabria, da anni presente nell’agro sud-pontino. In particolare, le indagini del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale hanno consentito di ricondurre alla sfera di influenza del pregiudicato mafioso Carmelo Giovanni Tripodo un rilevante patrimonio, mobiliare, immobiliare e societario,incongruente con i redditi dichiarati.

Le indagini sono iniziate dalle inchieste Damasco e Damasco 2 (entrambe dirette dalla D.D.A. di Roma) che, nel luglio 2009, portavano all’arresto di Tripodo ritenuto al vertice del clan Tripodo-Trani operante nel basso Lazio che risultava gestire e controllare attivita’ economiche e commerciali, anche avvalendosi del condizionamento all’interno del Comune di Fondi. Tripodo che si era trasferito in quella zona da circa 30 anni, era riuscito ad imporre logiche mafiose attraverso agganci con un politico ed amministratore locale, gia’ Consigliere Comunale e Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Fondi, considerato il “trait d’union” tra le istituzioni pubbliche e gli interessi della ‘ndrina calabrese. Il settore delle pulizie ad esempio risultava essere fra quelli preferiti dal Tripodo, al punto che “assegnava” a qualificati e fidati “prestanome” ruoli apicali all’interno di alcune societa’, oggi sottoposte a sequestro. Nel giugno 2013, la Corte D’Appello di Roma condannava Tripodo alla pena di 10 anni di reclusione. In dettaglio, i beni sequestrati corrispondono a: patrimonio aziendale e relativi beni di 4 societa’, esercenti l’attivita’ di “pulizie” e “trasporto merci per conto terzi”; 15 fabbricati e nr. 9 terreni, siti a Fondi (LT); 4 autovetture; 13 autocarri; rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni, per un valore complessivo stimato di oltre 3 milioni di euro.

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