Ndrangheta, arrestato il latitante Trimboli

È stato arrestato Rocco Trimboli, detto “Piseia”, inserito nella lista  dei latitanti più pericolosi e ricercato dal maggio 2010. A catturarlo sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, il Ros e lo squadrone eliportato Cacciatori di Calabria. Come documentato nell’indagine ”Riace”, a partire dai primi anni ’90, il gruppo Marando – Trimboli, facente capo a Pasquale Marando e in cui Rocco Trimboli aveva, già allora, un ruolo apicale, era attivo nel traffico internazionale di stupefacenti, operando tra la locride e la provincia di Torino. Tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, con la scomparsa del fratello Antonio Giuseppe e di Pasquale Marando, nonché di altri appartenenti alla famiglia di quest’ultimo, il malvivente, all’epoca latitante per la misura cautelare dell’Indagine Riace, diveniva, di fatto, il capo dell’omonima ‘ndrina, rientrando, per curare gli affari dell’organizzazione, stabilmente su Platì. Infatti, sulle montagne, nel 2001, era stato localizzato ed arrestato da personale del Ros, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e dal Gruppo di Locri, mentre si trovava in compagnia di un altro latitante Pasquale Barbaro e di altri 8 affiliati, tutti sorpresi durante un summit di ‘ndrangheta. Nel 2003, proseguono i Carabinieri, dopo essere stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, avvalendosi della collaborazione dei fratelli Saverio e Natale, proprio in virtù del suo rilevantissimo ruolo in seno alla ‘ndrangheta del paese di origine, ha continuato a rappresentare un irrinunciabile punto di riferimento per le collegate ndrine piemontesi e lombarde. Il suo contributo costante allo sviluppo dell’organizzazione mafiosa denominata ”ndrangheta” in Piemonte è stato, infatti, alla base del provvedimento restrittivo scaturito dall’operazione Minotauro, condotta dai Carabinieri, in Piemonte, nel giugno del 2011, con l’arresto di 150 indagati, ritenuti appartenenti alla al clan.

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