Ncd, se ne vanno altri cinquanta

Se ne vanno in cinquanta e tutti sbattono la porta in faccia ad Alfano. E scrivono una lettera d’addio durissima, una sorta di atto di accusa sul fallimento di Ncd. Gli esponenti del partito in Emilia-Romagna, inclusi alcuni coordinatori provinciali e amministratori locali, hanno preso atto del fallimento della missione e degli obiettivi alla base della nascita del Ncd, in quanto determinati a contribuire, in periferia come al centro, all’affermazione di un centrodestra alternativo alla sinistra. Il documento di rottura è stato sottoscritto dai coordinatori provinciali del Ncd di Piacenza Romano Tribi, di Reggio Emilia, Christian Immovilli, di Modena, Alessandro Lei, dal sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, dai consiglieri comunali di Modena Luigia Santoro e di Rimini Eraldo Giudici, dai presidenti di 31 circoli rappresentanti di tutte le realtà territoriali dell’Emilia Romagna. E c’è il senatore Carlo Giovanardi che lascia il partito, in polemica con la politica di sostegno al governo di Matteo Renzi: ‘L’arroganza del governo e del Pd è direttamente collegabile all’incomprensibile atteggiamento dell’Ncd disponibile ad accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la sua partecipazione al governo sino a teorizzare un’alleanza strategica con la sinistra con una vera e propria mutazione genetica della originale vocazione del partito’. Il senatore ha poi aggiunto: ‘Lascio la maggioranza, di fronte a un governo arrogante che prima ti chiede la fiducia e poi si vota le unioni civili con il Movimento 5 Stelle’. Non tornerò in Forza Italia e nei prossimi giorni decideremo con gli altri cosa fare. La decisione di Giovanardi è stata presa al termine dell’assemblea regionale in cui, come dicevamo, è stato sottoscritto un documento in cui si prende atto del fallimento della missione e degli obiettivi che sono stati alla base della nascita del Nuovo Centro Destra, in quanto determinati a contribuire, in periferia come al centro, all’affermazione di un Centro Destra, alternativo alla Sinistra, collegato al Partito Popolare Europeo. ‘Ora ci troviamo con una parte del partito che vuole allearsi stabilmente con il Pd e quindi con il Pse. Mi trovo l’imposizione del matrimonio gay, perché di questo si tratta, della liberalizzazione della cannabis, della teoria dei gender nelle scuole, ma io lì che ci sto a fare?’, si chiede Giovanardi. Sul rapporto con Alfano, Giovanardi spiega che in Ncd una parte va di là, un’altra non ci vuole andare, poi amici come prima. Ma uno avrà il diritto di restare nel centrodestra? Nel documento i firmatari ricordano che con il 25% dei voti ottenuti alla elezioni politiche, Pd e governo vogliono imporre, scavalcando Ncd e con i voti dei Cinquestelle, una vera e propria rivoluzione antropologica come quella del matrimonio gay, con una martellante azione del presidente Renzi, del ministro Boschi e del sottosegretario Scalfarotto che, addirittura, ha fatto lo sciopero della fame contro il Parlamento. Non è da meno, si legge, il sottosegretario Della Vedova che sta portando avanti una insistente campagna per la legalizzazione della cannabis.  Rimane invece ancora al suo posto, alla guida dell’Unar Marco De Giorgi, attivissimo nel tentare di propagandare l’ideologia gender nelle scuole, addirittura in collaborazione con il circolo Mario Mieli di Roma, intitolato a un signore che nel suoi scritti inneggiava alla pedofilia e alla pederastia. Analogo disastro è riscontrabile nella gestione totalmente illegale della Commissione per le Adozioni Internazionali, che ha visto negli ultimi tre anni crollare il numero dei bambini adottati. Su tutte queste questioni le nostre proteste e le nostre interrogazioni non hanno ottenuto nessun cambiamento di rotta. È evidente pertanto che l’arroganza di governo e Pd è direttamente collegabile all’incomprensibile atteggiamento dell’Ncd disponibile ad accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la sua partecipazione al governo sino a teorizzare un’alleanza strategica con la sinistra con una vera e propria mutazione genetica della originale vocazione del partito.

 

Cocis

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