Nasce ‘Coraggio Italia’, il progetto politico di Luigi Brugnaro con il coinvolgimento di ‘Cambiamo!’ di Giovanni Toti. All’Hotel Eden di Roma, è stato costituito con atto notarile un comitato promotore di cui ne fanno parte il gruppo di parlamentari che fanno capo al sindaco di Venezia e i deputati e senatori ‘totiani’. L’organismo lavorerà nell’arco di due mesi alla nascita di un “nuovo movimento politico denominato ‘Coraggio Italia’.
Il nuovo soggetto politico può contare su 25 deputati ed è pronto a formalizzare il gruppo parlamentare autonomo alla Camera. Stamani è prevista la conferenza stampa per lanciare il progetto politico di stampo moderato del patron di ‘Umana’ e sindaco di Venezia e di Giovanni Toti, leader di ‘Cambiamo!’ e presidente della Regione Liguria.
Lo spazio dei moderati ha una nuova compagine che si inserisce per natura nell’alveo del centrodestra cercando però di andare a riempire un vuoto a cavallo tra i due storici schieramenti, con un occhio di riguardo alla grande impresa, ma anche alle partite iva, all’elettorato cattolico, alla sburocratizzazione del Paese per ridare slancio alla ripartenza.
La pattuglia di esponenti toscani è nutrita: il deputato pratese Giorgio Silli, fedelissimo di Toti, i deputati ex Forza Italia: gli aretini Stefano Mugnai e Maurizio D’Ettore, la deputata grossetana Elisabetta Ripani, la deputata versiliese Maria Teresa Baldini. Più il leader Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e viareggino di nascita.
Nel dettaglio, dei 25 deputati, 12 sono di Forza Italia, 4 ex M5S e un leghista, che si sommano agli otto di ‘Cambiamo!’.
Al Senato, invece, il sindaco di Venezia si ferma a quota sette: i sei di ‘Idea-Cambiamo’ del Misto (Paolo Romani, Gaetano Quagliariello, Maria Rosaria Rossi, Massimo Berutti, Raffaele Fantetti e Marinella Pacifico) più la new entry, l’azzurro Sandro Biasotti. Ecco i dodici deputati forzisti che hanno detto addio a Silvio Berlusconi: Marco Marin, Stefano Mugnai, Michaela Biancofiore, Matteo Dall’Osso, Maurizio D’Ettore, Guido Germano Pettarin, Cosimo Sibilia, Elisabetta Ripani, Simona Vietina, Fitzgerald Nissoli Fucsia e Maria Teresa Baldini. A completare la pattuglia a Montecitorio sono i ‘totiani’ Daniela Ruffino, Guido Della Frera, Osvaldo Napoli, Giorgio Silli, Manuela Gagliardi e Claudio Pedrazzini, più Gianluca Rospi e Fabiola Bologna di ‘Popolo Protagonista’. Sono passati con l’imprenditore veneto quattro del mondo pentastellato (la grillina Martina Parisse e tre ex M5S Fabio Berardini, Carlo De Girolamo e Marco Rizzone) e un solo leghista, Tiziana Piccolo. Il Comitato promotore ha quattro capi delegazione: Brugnaro, Toti, Marco Marin e Gaetano Quagliariello. Sono previste due commissioni: una per la redazione dello statuto e dell’atto costitutivo, l’altra per la redazione della carta dei valori, del programma e del codice etico. I quattro capi delegazione, che faranno parte di entrambe, nomineranno ciascuno tre membri per ognuna delle tre commissioni (che saranno quindi composte da 16 persone).
Toti e Brugnaro hanno dimostrato come amministratori un elevato gradimento dei cittadini conseguente di un buon governo locale e di un successo elettorale svincolato da schemi classici di relazione diretta con partiti politici.
“Coraggio Italia, cambiamo insieme“: queste sono le parole con cui il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha annunciato sul suo account Twitter il nuovo partito che ha fondato insieme al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Vi si legge il nome del nuovo partito, “Coraggio Italia”, e quello del suo movimento, “Cambiamo!”.
Scatta l’allarme dentro Forza Italia: la metà dei parlamentari di Coraggio Italia viene proprio da questo. Toti si staccò da Forza Italia tempo fa e ora mira a conquistare quell’elettorato.
Il piano è chiaro: diventare la nuova forza di riferimento per i moderati di centrodestra.. L’importante è inserirsi nello spazio che Forza Italia sta perdendo anno dopo anno, con un calo verticale nei sondaggi che ora lo vedono circa al 7%.
“Dopo 28 anni è come un matrimonio a cui hai dato tutto e quindi il senso anche di fallimento è enorme. Ma quando ad amare è sempre uno solo, allora diventa difficile. Potrei raccontare tanti episodi in cui sono stata messa in cattiva luce agli occhi di Berlusconi. I fatti poi mi hanno sempre dato ragione. Fa strano. Io però resto e sarò sempre berlusconiana perché Berlusconi è stato la mia famiglia. Ho perso mio padre a 12 anni e lui per me è stato un punto di riferimento. Lasciare Forza Italia è un dolore, che ritengo giusto rendere pubblico. La voce mi si spezza, è vero. E’ la mia vita. Ho dato la mia salute, la mia forza fisica, i miei principi. Mi è venuto un tumore e una ischemia in questi anni. Nonostante questo, sono ancora andata ad attaccare i manifesti alle Europee. Sto andando via da FI dopo che Berlusconi l’ha lasciata. Formalmente c’è, certo. E’ il presidente. Ma c’è chi approfitta della possibilità di stargli vicino utilizzandolo come una sagoma di cartongesso di cui usufruire per aumentare il proprio potere personale che nulla ha a che vedere con l’interesse del partito e dei cittadini. Quando qualcuno sale sul trono vicino a Berlusconi dimentica quanto di negativo è accaduto in un partito che alle europee del ’95 era al 35% oggi oscilla tra il 6 e l’8%. Un partito che ha perso 50 parlamentari da quando è arrivato Tajani ai vertici. In politica c’è una sola unità di misura: il consenso. E quando se ne vanno migliaia di dirigenti sul territorio, di eletti, di voti, allora devi prendere coscienza che il consenso non lo hai. Da Tajani e da altri del suo seguito nei miei confronti c’è stata una opa ostile. E poi Tajani parla di FI come una famiglia! Ho telefonato a Berlusconi, che ha cercato di convincermi, non se l’è presa. Il motto di Fi ora è meno siamo, meglio stiamo, per far fuori i non allineati, come me. Le pare normale che il vice presidente di Fi si faccia nominare anche coordinatore? Che il 90% delle cariche siano nelle mani di 10 persone?” Non so se proseguirò la mia attività politica: sto creando una start up per il turismo animale. Ma mi auguro che mi ritorni la passione politica perché c’è bisogno di persone coraggiose come me’.