Micaela Biancofiore, berlusconiana di ferro,  è chiara: ‘Berlusconi ha lasciato Forza Italia prima di me. E c’è chi approfitta della possibilità di stargli vicino utilizzandolo come una sagoma di cartongesso’. La Biancofiore,  ex coordinatrice altoatesina di Forza Italia ed ex sottosegretaria, lascia FI per ‘Coraggio Italia’, il nuovo partito del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro e del governatore ligure Giovanni Toti.

“Dopo 28 anni è come un matrimonio a cui hai dato tutto e quindi il senso anche di fallimento è enorme. Ma quando ad amare è sempre uno solo, allora diventa difficile. Potrei raccontare tanti episodi in cui sono stata messa in cattiva luce agli occhi di Berlusconi. I fatti poi mi hanno sempre dato ragione. Fa strano. Io però resto e sarò sempre berlusconiana perché Berlusconi è stato la mia famiglia. Ho perso mio padre a 12 anni e lui per me è stato un punto di riferimento. Lasciare Forza Italia è un dolore, che ritengo giusto rendere pubblico. La voce mi si spezza, è vero. E’ la mia vita. Ho dato la mia salute, la mia forza fisica, i miei principi. Mi è venuto un tumore e una ischemia in questi anni. Nonostante questo, sono ancora andata ad attaccare i manifesti alle Europee. Sto andando via da FI dopo che Berlusconi l’ha lasciata. Formalmente c’è, certo. E’ il presidente. Ma c’è chi approfitta della possibilità di stargli vicino utilizzandolo come una sagoma di cartongesso di cui usufruire per aumentare il proprio potere personale che nulla ha a che vedere con l’interesse del partito e dei cittadini. Quando qualcuno sale sul trono vicino a Berlusconi dimentica quanto di negativo è accaduto in un partito che alle europee del ’95 era al 35% oggi oscilla tra il 6 e l’8%. Un partito che ha perso 50 parlamentari da quando è arrivato Tajani ai vertici.  In politica c’è una sola unità di misura: il consenso. E quando se ne vanno migliaia di dirigenti sul territorio, di eletti, di voti, allora devi prendere coscienza che il consenso non lo hai. Da Tajani e da altri del suo seguito nei miei confronti c’è stata una opa ostile. E poi Tajani parla di FI come una famiglia! Ho telefonato a Berlusconi, che ha cercato di convincermi, non se l’è presa. Il motto di Fi ora è meno siamo, meglio stiamo, per far fuori i non allineati, come me. Le pare normale che il vice presidente di Fi si faccia nominare anche coordinatore? Che il 90% delle cariche siano nelle mani di 10 persone?” Non so se proseguirò la mia attività politica: sto creando una start up per il turismo animale. Ma mi auguro che mi ritorni la passione politica perché c’è bisogno di persone coraggiose come me’.