Napolitano invita il Csm in Quirinale. Alfano: ottima proposta

Il momento che sta attraversando la politica italiana è allarmante: a distanza 3 settimane circa, il voto elettorale ha messo in crisi l’intero sistema. Infatti, si registra purtroppo un’allarmante nuova spirale di polemiche tra voci che si levano dall’una e dall’altra parte”, cioé tra il mondo della politica e quello della giustizia. Ed è proprio in questo marasma generale che, anche in seguito agli appelli del Pdl, il presidente Napolitano è intervenuto duramente facendo valere il suo ruolo di garante della Costituzione e dei doveri di tutte le parti in causa. “E’ comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo nelle elezioni – ha dichiarato in una nota il Capo dello Stato –  di veder garantito che il suo leader possa partecipare alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile”. “Non è da prendersi nemmeno in considerazione l’aberrante ipotesi di manovre tendenti a mettere fuori giuoco – “per via giudiziaria” come con inammissibile sospetto si tende ad affermare  ha detto Napolitano dopo l’incontro con il Csm – uno dei protagonisti del confronto democratico e parlamentare nazionale”. “Alle elezioni del 24 febbraio, e anche per effetto della situazione che ne è scaturita, ma soprattutto per l’estrema importanza e delicatezza degli adempimenti istituzionali che stanno venendo a scadenza, occorre evitare tensioni destabilizzanti per il nostro sistema democratico”. Il presidente della Repubblica rivolge “Con grande forza un appello al rispetto effettivo del ruolo e della dignità tanto della magistratura quanto delle istituzioni politiche e delle forze che le rappresentano”. ” Un appello – si legge ancora nel comunicato di Napolitano – che volentieri raccolgo dalle parole oggi pronunciate da autorevoli giuristi, affinché in occasione dei processi si manifesti da ogni parte “freddezza ed equilibrio” e affinché da tutte le parti in conflitto – in particolare quelle politiche, titolari di grandi responsabilità nell’ordinamento democratico – si osservi quel senso del limite e della misura, il cui venir meno esporrebbe la Repubblica a gravi incognite e rischi”. “Con fermezza ho sollecitato il rispetto di rigorose norme di comportamento da parte dìquanti sono chiamati a indagare e giudicarà,guardandosi dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i principi del “giusto processo” sanciti nell’art.111 della Carta”.

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