In Italia 9 milioni di disoccupati. Napolitano: “Subito riforme”

Sempre più allarmati i dati sull’occupazione in Italia. Secondo quanto calcolato dall’Ires – Cgil, l’area difficoltà della zona lavoro diventa sempre più vasta, tanto da interessare circa 9 milioni di persone. Una situazione drammatica,  sulla quale il presidente dell’Associazione Bruno Trentin, Fulvio Fammoni tenta di fare luce: “ Nel quarto trimestre del 2012, dichiara Fammoni,  l’area della sofferenza e quella del disagio occupazionale nel complesso sommano 8 milioni e 750.000 persone in età da lavoro (+10,3% sullo stesso periodo del 2011 con 818.000 persone in più in difficoltà)”. Rispetto all’ultimo trimestre del 2007, sottolinea lo studio Ires sulla base di dati Istat, l’area è cresciuta di 2,8 milioni di persone con un 47,4% in più. L’area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e cassa integrati) aumenta di 650.000 unità, (+16,6%) arrivando a quota 4 milioni 570 mila persone. L’aumento rispetto al periodo precrisi (ultimo trimestre 2007) è di 1,9 milioni di persone (+70,1%). L’area del disagio (precari e part time involontario) pari nell’ultimo trimestre 2012 a 4 milioni e 175 mila unità aumenta del 4,2% (+168.000 persone) e del 28,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007 (+927.000 unità). Il tasso di disoccupazione cresce su tutte e tre le ripartizioni territoriali ma nel Mezzogiorno è più marcata e si attesta al 18.3% (dal 14,9% di un anno prima). Aumenta anche la disoccupazione tra i lavoratori stranieri e raggiunge il 15.4%.”Ma  a farne le spese sono sempre, e soprattutto,  i giovani.  Secondo la ricerca condotta dall’Ires, infatti,  i tassi più alti si registrano per gli inoccupati tra i 15 e i 24 , la cui percentuale supera il 46% per gli uomini e il 56,1% per le donne e la disoccupazione di lunga durata (raggiunge ormai il 54.8% del totale a fronte del 50,6% nel quarto trimestre 2011).  Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese, sottolinea il Rapporto, “non misura la dimensione reale della platea di chi vorrebbe lavorare” soprattutto quando la crisi economica moltiplica le posizioni border line di quanti si collocano in prossimità del mercato senza prendervi parte attiva. Le forze lavoro “potenziali” ovvero coloro che non cercano lavoro ma sono disponibili oppure lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell’ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone (il 12,5% in rapporto alla forza), “un primato europeo”, sottolinea la Cgil.

Napolitano: “Crisi angosciante, subito riforme”. “La crisi angosciante e drammatica” che vive l’Italia “impone alle Istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese”. E’ la raccomandazione che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fa alle forze politiche nel messaggio inviato al Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, in occasione della cerimonia di commemorazione del prof. Massimo D’Antona.

“La preziosa opera del prof. D’Antona, il suo illuminante contributo nella elaborazione di nuove politiche del lavoro attente, in una dimensione europea, – si legge in una nota del Colle –  alle più aggiornate dinamiche organizzative e di rappresentatività sindacale, rivestono ancor oggi un rilievo centrale, nel contesto di una crisi angosciante e drammatica, che impone alle Istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese”. “Attraverso il ricordo del suo sacrificio si onorano tutti coloro che, con equilibrio e generosità, offrono il loro apporto per rilanciare, nel quadro dei valori costituzionali, l’attenzione al ruolo centrale del mondo del lavoro e sostenere la ricerca e l’innovazione come fattori essenziali della crescita economica e del progresso sociale. Con questi sentimenti e nel rinnovare l’apprezzamento per l’iniziativa, rivolgo -ha concluso il Presidente Napolitano – il mio commosso pensiero ad Olga, ai figli e a tutti i familiari”.

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