Poi arrivano Emanuele Fiano, Laura Boldrini, Pietro Grasso, ‘Liberi e Uguali’ per contrastare e combattere ‘l’uomo nero’. Uomo nero, sia chiaro, scomparso tra le pieghe della Storia. Mussolini era scomparso, non c’erano più i saluti romani, vietati a norma di legge, restavano solo i monumenti, i calendari del Duce, acquistati da nostalgici, me era utile ‘montare’ una battaglia contro il fantasma dell’uomo nero.

La legge Fiano introduce nel codice penale un nuovo articolo, il 293-bis, che punisce chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco. Sarà quindi vietato fare il saluto romano, vendere oggetti che raffigurano Hitler o Mussolini o slogan e simboli chiaramente riferibili ai due dittatori o ai loro regimi. Le pene per chi commette queste reati saranno tra i sei mesi e i due anni e saranno aumentate di un terzo se il reato viene commesso su internet. La legge renderà in teoria impossibile fare saluti fascisti durante manifestazioni pubbliche e impedirà la vendita di oggetti e memorabilia del fascismo, che in Italia hanno avuto un grande mercato negli ultimi anni.

L’apologia del fascismo al momento è regolata soltanto dalla legge Scelba del 1952. La legge venne approvata per mettere in atto la XII disposizione transitoria della Costituzione italiana, che recita: ‘È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’.

La campagna elettorale in corso ha comunque alimentato  una diffusione capillare dell’antifascismo che da il via  all’Anpi, a corto di veri partigiani,  da esibire nelle parate del 25 aprile e negare agibilità fisica ai ‘fascisti’, cosa che accade per incanto dopo la vicenda di Macerata.

Questo significa impedire che i ‘fascisti possano parlare, assaltane le sedi, contestarli con sassi, aggredire gli agenti in divisa che impediscono ai nuovi partigiani di mettere in atto le loro imprese. Non importa chi sia l’oggetto delle contestazioni, sia esso Salvini, la Meloni o altri: l’importante è il ‘principio’ che genera l’azione.

Azioni che si concretizzano  a Piacenza, a Livorno, a Bologna, a  Padova il centro sociale ‘Pedro’  organizza le ‘passeggiate antifasciste’ per intercettare il ‘fascista’ mettendo online i i video.

Poi, ieri arriva Napoli,  con  decine di agenti in tenuta antisommossa che sono arrivati in forze dopo il lancio di pietre e petardi, con  scene di guerriglia urbana, coi manifestanti della sinistra cittadina che hanno attaccato le forze dell’ordine quando si sono visti bloccare la strada verso il loro reale obiettivo: gli attivisti di Casapound.

In programma all’hotel Ramada c’era il comizio elettorale di Casapound, con il leader nazionale, Simone di Stefano. Nei giorni scorsi era già circolata negli ambienti di sinistra l’idea di una contromanifestazione. Rischio scontri molto alto, così come successo in passato per iniziative analoghe in risposta a eventi della Lega e anche proprio di Casapound. Il Ramada è così diventato la struttura da rendere inaccessibile. Mentre la sala dell’hotel si riempiva con quasi 300 persone, a poche centinaia di metri, in piazza Garibaldi, si sono raggruppati circa 200 manifestanti. Moltissimi giovani, appartenenti a centri sociali e collettivi studenteschi, che hanno marciato lungo corso Novara e le strade limitrofe.

Accanto a loro c’era il primo schieramento del Reparto Mobile della Polizia. Al Ramada non potevano arrivare: la zona era blindata già dalla rotonda che porta a via Ferraris, sul posto c’era un secondo schieramento e c’era il presidio con mezzi alari e con un idrante. Il corteo, sempre più folto, è proseguito nei dintorni di piazza Garibaldi e vicino alla galleria commerciale, davanti a tutti c’era lo striscione: Stop razzismo e fascismo assassino. L’Italia è un paese dove non c’è spazio per razzismo e fascismo – dicono gli attivisti – il nostro nemico è dentro l’hotel Ramada. In Italia non c’è spazio per la Lega e Casapound.

Questo è quanto!.