Napoli. Malmenato e ucciso dal branco dopo lite calcetto, 7 arresti

Sembrava una tragedia dovuta ad un malore, invece dopo una serie di indagini fatte dai carabinieri della stazione di Casoria (Napoli), è emerso ben altro. Raffaele De Rosa il 36enne, morto a Casoria (Napoli), il 27 aprile del 2011, perse la vita in seguito ad un’aggressione subita pochi giorni prima da un branco di aggressori. L’accaduto, avvenne per motivi vendicativi per una lite avvenuta durante una partita di calcetto che aveva visto protagonista il fratello di De Rosa. I carabinieri di Casoria hanno fatto luce sulla vicenda, arrestando oggi sette persone con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Sei delle persone arrestate sono finite in carcere, la settima ai domiciliari. De Rosa morì l’8 maggio 2011, e non il 27 aprile come detto in precedenza: in quella data l’uomo si presentò nell’ospedale di Frattamaggiore, dichiarando di essere rimasto vittima di un incidente stradale, rifiutando il ricovero – contro il parere dei medici – e rientrando a casa. L’8 maggio, in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni, De Rosa venne ricoverato e operato d’urgenza nell’ospedale di Frattamaggiore; morì in serata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Giugliano, dove i medici l’avevano trasferito. La morte fu quindi ufficialmente attribuita alle conseguenze dell’incidente, che secondo la versione di De Rosa era stato provocato da sconosciuti fuggiti dopo averlo investito. In realtà i carabinieri di Casoria raccolsero elementi sulla violenta aggressione subita da De Rosa in seguito alla lite su un campo di calcetto: malgrado al pestaggio avessero assistito diversi testimoni, tra cui anche alcuni parenti della vittima, le indagini si scontrarono con un muro di silenzi e reticenze. Malgrado l’assenza di denunce, fu esumato il cadavere e l’autopsia rivelò che il decesso era stato causato dalla rottura della milza provocata dalle percosse. I sette arrestati, devono rispondere a vario titolo di omicidio preterintenzionale e di detenzione e porto illegali d’arma e di oggetti atti a offendere.

 

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