Napoli, la guerra all’immondizia si combatte con le foto

Ecopasseggiate con “Operazione Napoli Città Pulita”, nei vari quartieri cittadini, a caccia dei cumuli di rifiuti da immortalare e segnalare agli organi competenti per sollecitarne la rimozione

Stop ai rifiuti selvaggi, con “Operazione Napoli Città Pulita”! Il determinato progetto è stato ideato con lo scopo primario di promuovere il recupero della città e dare un input propositivo per farla riemergere dall’evidente stato di abbandono nel quale versano praticamente tutte le zone e soprattutto quelli del centro e periferiche, soprattutto in tema di spazzatura. Cumuli di sacchetti, detriti e rifiuti ingombranti accolgono i turisti già dall’arrivo in stazione centrale, a quella marittima e all’aeroporto. Una situazione inaccettabile e insostenibile deturpa gravemente una metropoli che è un vero e proprio museo a cielo aperto, grazie all’immenso patrimonio artistico, storico e architettonico che vanta. Oltre a quello paesaggistico, naturalistico, culinario d’eccezione e a tanto altro ancora. A questo, si aggiunge una mentalità avvilentemente passiva di fronte  all’incuria e alla devastazione dei beni comuni, incominciando dagli  spazi pubblici”.

“Napoli deve essere liberata dai rifiuti che continuano a sommergere e a mortificare il suo inestimabile valore” – afferma con motivata indignazione Raffaele Federico, deus ex machina di “Operazione Napoli Città Pulita”. Strenuo paladino dell’ambiente e personaggio poliedrico impegnato da sempre nella tutela del benessere dell’individuo, è cultore della Napoletanità, ed ha al suo attivo un’esperienza quarantennale nel campo specifico della salute ed una serie di specializzazioni in materia.

Al grido di: “Basta c’a munnezza, Napoli deve vivere!” i volontari di “Operazione Napoli città pulita” imbattono il degrado servendosi di foto e di post che diffondono  sui social per sensibilizzare i cittadini a tenere pulita Napoli, con slogan mirati e anche attraverso gentili auguri che rivolgono alla cittadinanza, di una buona giornata e di una serena notte, invitando tutti a fare il proprio dovere: contribuire inoltrando opportune segnalazioni dei rifiuti selvaggiamente abbandonati.

Mezzo principale per ripulire la città: la fotografia, efficace grazie  al suo potere di denunzia e di sollecitazione all’operatività e al riscatto. Gli scatti diventano così le armi del vasto programma di attività, operativo dallo scorso ottobre e messo a punto fondando su di una precisa progettualità attentamente studiata. Gli incontri  in atto, sono incominciato in maniera continuativa a inizi settembre 2021, sviluppati grazie alle competenze e all’esperienza acquisite in un’attività ultradecennale svolta in più occasioni dai principali soggetti nel sociale cittadino.

All’Operazione prendono parte le associazioni aderenti al progetto “Operazione Napoli città pulita” che mirano a contribuire allo sviluppo della coscienza civica, a partire dalle “passeggiate ecologiche, storiche ed artistico-architettoniche, nei meravigliosi luoghi di Napoli insozzati e deturpati, fino a renderli indecenti, dal comportamento irresponsabile di una parte della cittadinanza”.

“La fotografia come arma di rivoluzione, potente strumento di rivolta finalizzato ad un concreto mutamento, in quanto riesce a sollecitare i soggetti coinvolti verso una riflettessione sulle tematiche affrontate e sule metodiche per produrre cambiamenti. Un mutamento indispensabile per la vivibilità e la salute della collettività” – sostiene  Raffaele Federico – La fotografia come creatrice e generatrice di rivoluzioni, perché possiede la forza di smuovere le masse giacché è capace di “fermare tutti quegli attimi che sono in grado di accendere nel nostro cervello una miccia”.

È forte e dichiarato il collegamento con  la fotografia sociale la cui paternità è riconosciuta a Lewis Hine, il cui principale fine era di raccontare, scatti efficaci, storie che era molto difficile descrivere a parole e, quindi, non venivano nemmeno prese in considerazione. Attraverso essa, gli osservatori sono invece stimolati ad iniziare un cambiamento sociale. Spesso trascurate, ignorate, accantonate. Una rivoluzionaria visione della fotografia, fondamentale nella ricerca della verità e nel raggiungimento dell’obiettività, attraverso l’uso dell’immagine, in particolare modo a proposito di realtà sociali e critiche, che frequentemente vengono ignorate volutamente.

Altrettanto ovvio il legame con l’imposizione di Gianni Berengo Gardin, fotoreporter e fotografo dall’impostazione stacanovista e vocazione sociale, motivato da una forte volontà di documentare riportando nei suoi scatti quello che i suoi occhi catturavano dalla realtà circostante, in un approccio autentico e verista. Immenso il patrimonio culturale che ha lasciato, costituito oltre un milione e mezzo di fotografie e un impegno d’eccezione in più di 250 volumi specifici, nei quali ha spaziato eccellentemente oltre nell’architettura e nei paesaggi, dalla vita quotidiana a momenti “rubati”, colti con destrezza.

“A inaugurare il ciclo di incontri delle associazioni che hanno costituito il progetto oncp-operazione Napoli città pulita, quello che si è svolto in Piazza Bellini nel quale si è discusso ed approvato il programma guida con 27 punti da realizzare” – continua Federico – A Castello dell’Ovo, il secondo, tra i massimi simboli della  città, il luogo forse più bello e rappresentativo, meta turistica internazionale,  ma sommerso di rifiuti”.

E, in quella occasione, il dott. Antonio Vitale ha guidato una partecipata visita nel corso della quale è stata effettuata una raccolta di rifiuti simbolica.

È seguito quello di In ottobre a Piazza Carlo lll, protagonista il Real Albergo dei Poveri, edificio con i suoi oltre 100mila metri quadrati, tra i più grandi d’Europa; i cui lavori furono affidati nel 1751 a Ferdinando Fuga, per volere del re Carlo III di Borbone al fine di ospitare tutti i poveri del Regno di Napoli, ovvero per offrire ai cittadini bisognosi e ai senzatetto ricovero e assistenza. Un sito specificamente scelto in quanto maggiormente rappresenta l’involuzione della società nei riguardi del rispetto dell’arte, della natura e della dignità umana.

Sono intervenuti al Caffè Vanvitelli, i rappresentanti delle associazioni aderenti e sono state approfondite le molteplici funzioni alle quali è stato destinato Palazzo Fuga nella sua storia, promuovendo “un confronto sulla grande umanità che ha contraddistinto la classe dirigente dell’epoca con il pressapochismo e l’incapacità delle attuali politiche sociali, sorde e cieche nei confronti della popolazione sofferente. Nei secoli, la struttura è stata adibita all’accoglienza e all’istruzione di orfani e indigenti, istituto di musica, carcere, scuola per sordomuti, centro educativo per minori. In questo luogo, due secoli fa, si restituiva dignità e sicurezza ai diseredati; una famiglia agli esclusi, ai senza tetto una casa, e ai giovani si insegnava un lavoro con cui vivere. Proprio per questi suoi usi umanitari, il progetto Operazione Napoli Città Pulita ha considerato questo luogo il più pertinente, dove iniziare il lungo percorso per liberare Napoli dalla sporcizia fisica e dalla miseria morale che da troppo tempo la sta devastando, a dispetto della sua luminosa storia e degli immensi tesori che custodisce” – stigmatizza Federico.

“Nonostante la storia ci racconti che al suo tempo la struttura fu utilizzata per scopo solidale, accogliente e altruista, durante gli anni del progresso tecnologico e dello sviluppo economico si sono dimenticati i valori della solidarietà e del rispetto della persona. Per questo Napoli ha estremo bisogno di liberarsi dal fango dal quale è stata sommersa, per l’incuria e per la superficialità della sua classe dirigente. Pare che Il popolo nel contempo stia rapidamente acquisendo consapevolezza del grande valore della città” – precisa con fermezza, aggiungendo che “È stato fatto il punto sui primi risultati e affermata la forte determinazione di proseguire approfondendo la problematica dei senza tetto, che più di un secolo fa erano ospitati dignitosamente nel palazzo Fuga,  mentre l’attuale società li lascia nell’indifferenza nei loro giacigli  all’aperto e alle intemperie, tra rifiuti e i loro stessi escrementi”.

Al termine, l’attesa visita alla piazza, ai giardini devastati e ricolmi di rifiuti, al Palazzo Fuga circondato da aiuole con cespugli selvatici che accolgono i senza tetto, tra rifiuti di ogni genere, come si è provveduto a documentare in un dettagliato reportage fotografico.

Così negli altri incontri organizzati nei quartieri centrali e collinari tuttora in corso di svolgimento.

Su Piazza Dante, sulla sua architettura e in particolare sull’orologio, unico in Europa, collocato sulla parte alta del Convitto Vittorio Emanuele, è intervenuta la dott. Maria Frattini. Il gruppo dei volontari delle associazioni, si è poi diretto nella Pignasecca per un Safari fotografico, “alla ricerca della  monnezza ferocemente sparsa in quelle strade meravigliose e accatastata all’ingresso dell ospedale dei Pellegrini”.

Altro servizio fotografico nel successivo incontro. Destinazioni: la Villa Comunale e il Parco della Rimembranza con breve disquisizione storica curata dal dott. Antonio Vitale.

È stata poi la volta delle gallerie storiche partenopee: quella dedicata a Umberto I e la Galleria Principe di Napoli, nei pressi del Museo Nazionale, “eletta a centro accoglienza per senzatetto di Napoli. – sottolinea Federico – Quest’ultima, si è rivelata un luogo di vera sofferenza, freddo e umido, che potrebbe ricordare l’era pre-legge Basaglia: poveri esseri umani distesi su cartoni messi a terra, sotto il colonnato invaso dal nauseante odore dei loro escrememti ed urine. Là svolgono la loro vita sotto gli occhi distratti di chi percorre quelle strade; sotto gli sguardi allibiti di comitive di turisti che porteranno nei loro cuori e nelle loro foto il dolore percepito”.

“Gli incontri sono proseguiti con la visita a Piazza Cavour, con aiuole  aride e colme di rifiuti di ogni genere. Dove le scalette sono urinatoi, i giardini a ridosso dell’ex ufficio postale, murato a proposito, sono stati occupati da poveri senza tetto, e intorno rifiuti ed escrementi. Il tutto a breve distanza dal parco giochi per bambini e dalle stazioni della prima e seconda metropolitana. Di fronte a scuole, sezione Asia, Direzione cultura del Comune di Napoli”.

Denunzia Raffaele Federico: “Ma ‘la vetta’ si raggiunge a Piazza Garibaldi, ‘biglietto da visita della città’, praticamente devastata. Ovunque sporcizia, rifiuti urbani e ingombranti, escrementi e urine a ogni passo, poveri esseri umani ridotti in uno stato inverosimile”.

A conclusione, annuncia nuove iniziative già in cantiere, sempre dedicate alla vivibilità cittadina e in difesa degli emarginati, che restano dimenticati da gran parte della cosiddetta società civile, come se fossero invisibili…

In calendario, a cura delle Associazioni dei volontari militanti di  “Operazione Napoli Città Pulita”, altri incontri  e iniziative in sostegno dei senzatetto e safari fotografici per tutelare la dignità di Napoli.

Info e contatti:

Facebook – Operazione Napoli Città Pulita

comitsalute@libero.it naples.pulita@libero.it

327 7389 305

Teresa Lucianelli

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