Napoli, al via il processo per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo

NAPOLI. Prima udienza del processo sul caso di Fortuna Loffredo, la bimba morta il 24 giugno 2014 dopo essere caduta da un palazzo nel Parco Verde di Caivano (Napoli). Il processo si svolge davanti alla quinta sezione della Corte d’appello di Napoli. Presenti in aula i due imputati: Raimondo Caputo, accusato dell’omicidio della piccola e di abusi sessuali nei confronti della bimba e delle tre figlie della compagna Marianna Fabozzi, e la stessa Fabozzi, accusata di aver coperto e non aver denunciato gli abusi del compagno.

I due imputati sono difesi rispettivamente dagli avvocati Paolino Bonavita e Salvatore Di Mezza. Sono presenti in aula anche la madre di Fortuna, Domenica Guardato detta Mimma e i suoi genitori, nonni della piccola, costituiti parte civile e rappresentati dall’avvocato Angelo Pisani. Si sono costituiti parte civile anche Pietro Loffredo, padre di Fortuna ed ex compagno di Mimma Guardato, e due associazioni per la difesa dei minori.

Dalla seconda udienza e per l’intera durata del processo sulla morte di Fortuna, non saranno consentite le riprese televisive in aula. Lo ha deciso la quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli. Le riprese video sono state consentite solo per la prima udienza, in corso nell’aula 116 del Palazzo di Giustizia di Napoli. Il presidente Alfonso Barbarano ha ritenuto inopportuna la prolungata esposizione mediatica considerata la necessaria tutela dei minori coinvolti nel procedimento. La corte si riserverà inoltre di decidere quali udienze si svolgeranno a porte chiuse.

E non saranno riuniti in un’unica indagine i procedimenti sull’omicidio di Fortuna e quello sulla morte di Antonio Giglio, bimbo di 3 anni morto in circostanze analoghe il 27 aprile 2013, nel quale è indagata per omicidio volontario la madre, Marianna Fabozzi.

La richiesta di unire i procedimenti è stata avanzata nel corso della prima udienza dall’avvocato Paolino Bonavita, difensore di Caputo. La richiesta è stata respinta in quanto, ha spiegato il presidente della quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli, i processi non sono nello stesso stato di grado. Per la morte di Antonio Giglio si è infatti ancora nella fase delle indagini, coordinate dalla Procura di Napoli; la morte del piccolo era stata considerata in un primo momento un incidente domestico, poi le analogie con la morte di Fortuna Loffredo hanno spinto per la riapertura delle indagini e la madre, Marianna Fabozzi, è stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio volontario.

Il processo sulla morte di Fortuna proseguirà quindi regolarmente con la prossima udienza già fissata per mercoledì 16 novembre alle ore 12.

“L’assassino di mia figlia è lì fuori” – L’assassino di Fortuna “è ancora lì fuori”. La pensa così Pietro Loffredo, padre della piccola Fortuna. Per Loffredo l’assassino di sua figlia non è Caputo: “Non c’è una prova, non c’è il Dna, sul corpo della bimba non ci sono segni di resistenza sul terrazzo”, dice al termine dell’udienza citando la circostanza secondo la quale Fortuna sarebbe stata uccisa per aver resistito all’ennesimo tentativo di violenza sessuale lottando contro il suo aguzzino sul terrazzo del palazzo di otto piani nel quale viveva. Per Pietro Loffredo, le figlie di Marianna Fabozzi, testimoni chiave del processo, “hanno inventato tutto riguardo l’omicidio. Sono testimoni chiave per gli abusi subiti dalla bambina, ma non per l’omicidio”. Secondo l’uomo “qualcuno si è voluto vendicare della madre”, Domenica Guardato, sua ex compagna. “Non so chi – conclude – ma l’assassino è ancora fuori”.

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