MotoGp: Ducati e Rossi a rischio rottura

Ancora gelo tra Rossi e Ducati, dopo la straziante prestazione in Qatar, dove il Dottore è arrivato 12esimo. Tono freddo e di rassegnazione anche nel dopogara: “siamo peggio dell’anno scorso, quando terminai 7° a 16″, mente quest’anno il distacco è raddoppiato”, non è la moto che volevo io, non sono un ingegnere e non posso risolvere i problemi, ma solo dare indicazioni”, le speranze la abbiamo perse, dopo il duro attacco di Barbera e l’uscita di pista ho pensato di tornare ai box e fermarmi. Non riesco a guidare, non sento la moto, almeno con questo telaio non cado più, ma non faccio la differenza nemmeno rispetto ad Hayden. Lui ha fatto 6°, ma io non ci sto a lottare per un piazzamento simile, voglio almeno il podio”. Toni durissimi, un accusa senza mezzi termini e la difesa di Filippo Preziosi dopo le disastrose qualifiche: “Vale non ha colpa, dobbiamo essere noi a metterlo in condizione di fargli esprimere al meglio il suo talento”, sanno di tentativo disperato di alzare una debole cortina ignifuga mentre il palazzo va a fuoco. È solo la prima gara, ma a poco più di due settimane dai test di Jerez, le dichiarazioni, prudenti, di Vale “Siamo da 6° posto, c’è da lavorare perché ora il nostro livello è questo e non possiamo osare oltre”, sembrano lontane, oltre che paradossalmente ottimistiche, visti il 12° posto in griglia, il 10° al traguardo, il 12° fra i giri veloci di Vale in Qatar. Da Borgo Panigale, nessuna replica: la notte di Losail non ha portato consiglio, tranne quello di non commentare le dichiarazioni del pilota, anche perché il team di dichiara ancora “confuso da quanto detto dal pilota”. La pessima sensazione è che fra Rossi, il suo capotecnico Burgess e il mondo Ducati non ci sia più quella sintonia che possa far proseguire, con reciproca produttività, il rapporto. Di certo la Desmosedici non è la moto che voleva Rossi, ma viene ormai da pensare che probabilmente nemmeno questo è il Rossi che sognava la Ducati.

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