Monti: Si voterà nel 2013, prima abolire il porcellum

Nessuna crisi pilotata per un voto anticipato nell’autunno di quest’anno. Dalla Russia Mario Monti raffredda le voci che si rincorrono a Roma sulla possibilità di anticipare il voto, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, per dare una risposta ‘politica’ alla speculazione internazionale che sta affondando l’economia italiana. Per il professore bisogna arrivare alla scadenza naturale e si augura che dalla primavera del 2013 i partiti politici “sappiano assumersi tutta la responsabilità”. Lui, al centro di mille ipotesi sul suo futuro impiego politico, continuerà a fare il senatore a vita. Tutto questo, naturalmente, se gli eventi non precipiteranno rapidamente. Si affida ad una intervista rilasciata alla ‘Rossiyskaya Gazeta’ per tracciare il futuro politico, suo e dell’Italia, e fare un primo resoconto della sua esperienza da presidente del consiglio.

“Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013. Io e i miei colleghi stiamo cercando con tutte le nostre forze di farlo nel miglior modo possibile. Naturalmente – spiega il premier – dopo la fine di questo periodo si terranno le nuove elezioni che determineranno la formazione del nuovo Governo. Pongo molta speranza e mi auspico che in quel momento i partiti politici sappiano assumersi tutta la responsabilità”. Mario Monti chiede alle forze politiche, come già fatto in più riprese da Giorgio Napolitano, una nuova legge elettorale per facilitare la vita politica dal 2013 in poi: il porcellum va abolito e subito, è il messaggio che lancia dalla Russia. Non indica alcuna preferenza sul sistema da adottare ma per la prima volta ‘accenna’ ad un tema che, da accordi d’inizio mandato, doveva restare nella sola e piena disponibilità dei partiti. “Speriamo – spiega il premier alla ‘Rossiyskaya Gazeta’ – che la buona legislazione elettorale possa facilitare la vita politica. A fine del mio mandato di premier io rimarrò, come lo sono adesso, un senatore a vita. Anche questa è stata la decisione del Presidente Napolitano. Grazie a questo incarico avrò modo di osservare la vita del Paese e continuerò a lavorare per il suo bene”.

Nell’intervista Mario Monti ricorda il percorso che lo ha portato a divenire premier. “Ho dedicato tutta la mia vita alla carriera universitaria. Poi per dieci anni ho fatto il Commissario Europeo, ho lavorato a Bruxelles. In estate e in autunno del 2011 l’Italia ha incontrato delle difficoltà, nel contesto della crisi europea generale e di difficoltà economiche globali. Nella maggioranza parlamentare sono apparse certe divergenze interne, il nostro paese ha cominciato a subire su di sé una pressione esterna da parte dei mercati finanziari. Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano si è rivolto a me con la richiesta di riunire un Governo tecnico. Così chiamiamo i Gabinetti composti da persone che non si occupano in maniera professionale di politica. E i tre maggiori partiti italiani si sono comportati nel modo più responsabile possibile, appoggiando il Governo che ho l’onore di guidare”. Poi trova il tempo per parlare del suo impegno personale alla guida dell’esecutivo tecnico. “E’ davvero una sensazione molto strana – spiega il professore- ritrovarsi in una posizione in cui vieni investito di una grandissima responsabilità alla quale non avevi mai aspirato”. Per il professore “servire il proprio Paese nel periodo in cui soffre per tante difficoltà è un grande onore ma anche l’onere di una grande responsabilità. La cosa più interessante è costruire i rapporti internazionali in qualità di Capo del Governo. Adesso ho la possibilità di venire a Mosca e Sochi per gli incontri così interessanti e importanti”.

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