Monti in panchina

E’ decisamente significativo e pregnante che Mario Monti presente a Bruxelles al congresso del Partito popolare europeo abbia ricevuto significativi apprezzamenti per quanto compiuto in Italia, che  uniti ai consensi  riscossi in Europa si traduceva  nell’invito a continuare la sua opera politica, anche come guida delle forze politiche dei moderati, cattolici e non. Il premier ha poi, ieri,  incontrato il presidente Giorgio Napolitano. Che cosa dovrebbe fare a questo punto Mario Monti? E’ presto detto: sciogliere una riserva, per confermare o meno una sua candidatura a presidente del Consiglio dei Ministri. “Dal canto suo Pierluigi Bersani da tempo “ha” affermato, e successivamente confermato, che sarebbe molto più utile in una posizione  di terzietà”. Ovvero, garante politico sì,  ma  premier no. Decisamente più fermo e più chiaro è stato Massimo D’Alema a ricordare che molto deve Monti al Pd che lo ha lealmente appoggiato,  e lo stesso non deve dimenticare questo. In pratica: Monti, sei un validissimo calciatore che ha ribaltato le sorti ed i risultati della partita, ma ora devi stare in panchina. L’obiettivo resterà il mantenimento di quello raggiunto, ma cambierà il sistema di gioco. Scusami molto, ma esci dal campo. Diamo quindi per scontato che il Pd uscirà vincente dalle urne, ben rafforzato dalla legge che assegna il 55 per cento dei seggi della Camera. Resterebbe da verificare il risultato raggiunto al Senato dove il premio segue altro meccanismo. Diverso è se Mario Monti accetta una candidatura che potrebbe divenire una grossa turbativa per la politica, per il Pd e per il Paese. Ergo, Massimo D’Alema, pur se con durezza fotografa e raffigura il vero: Monti, in panchina! Altro fatto è che il Pd dovrà proseguire nella linea Montiana, ovvero rispettare gli impegni assunti in Europa, mantenere il rigore nei conti pubblici, uniti al rilancio di  sviluppo ed occupazione. Sarà chiaro poi che i nuovi equilibri elettorali dovranno raggiungere un punto di stabilità e di equilibrio,  anche per la eventuale, ma non certa,  costruzione dello Stato federale europeo. Quindi, a questo punto,  c’è solo  da aspettare il decreto di scioglimento delle Camere per conoscere le determinazioni di Monti, questo sotto gli occhi attenti di Giorgio Napolitano. Dopo di lui, a giochi chiusi, probabilmente e verosimilmente il ruolo di Presidente della Repubblica sarà occupato da Romano Prodi,  e non come ipotizzava qualcuno dal  premier. Quindi: Mario Monti in panchina oppure no? Mario Monti candidato premier di un rassemblement politico che si aggrega e  si assembla riconoscendosi nella linea di Monti e disposto a sostenerlo. Cosa avverrà?  Ai posteri l’ardua sentenza…

Roberto Cristiano

 

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