Mont’e Prama, 1974-2014: la seconda vita dei giganti del Sinis

In mostra a Cabras le statue che ricostruiscono la storia della Sardegna nuragica e del Mediterraneo. Il ritrovamento delle sculture avvenne casualmente nel marzo del 1974, nelle campagne di Cabras, tra gli stagni famosi per la bottarga e le spiagge al quarzo di Is Arutas, non lontano dai resti dell’antica città di Tharros. L’aratro di un contadino riportò in superficie la testa di una statua e da quel momento vennero fuori tutti gli elementi in pietra. I successivi interventi di scavo e di recupero, tra il 1975 e il 1979, curati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e dall’Università degli Studi di Cagliari, portarono alla luce una necropoli e numerosi frammenti scolpiti in arenaria gessosa ritrovati accanto e sopra le sepolture. La prima fase del progetto prevede l’esposizione di un cospicuo numero di statue presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e una parte presso il Museo Civico “G. Marongiu” di Cabras, territorio del ritrovamento. La seconda fase, invece, prevede il trasferimento delle statue attualmente in mostra a Cagliari nella nuova ala del museo civico di Cabras  lasciando al Museo nazionale un modello di statua per ciascuna tipologia.  Del percorso espositivo fanno parte sei delle statue ritrovate nel 1974 nel sito di Mont’e Prama e quattro modelli di nuraghe rinvenuti dagli archeologi nella stessa zona.  All’interno del museo di Cabras, che per l’occasione si presenta con una nuova veste, è possibile ripercorrere tutte le fasi che hanno preceduto l’esposizione: la scoperta dei giganti in campagna, gli scavi, il recupero, le fasi di studio, il restauro e l’allestimento della mostra. Grazie alle più moderne tecnologie i visitatori potranno seguire un viaggio virtuale che consentirà di scoprire anche le statue e i modelli di nuraghe che saranno esposti al museo archeologico di Cagliari. Grazie a un totem touch-screen realizzato dall’equipe del CRS4 di Pula si potrà vedere nei minimi dettagli ciascuna delle sculture che hanno consentito agli studiosi di riscrivere pagine importanti della storia della Sardegna. «I giganti di Mont’e Prama  saranno il simbolo della Sardegna in Italia e nel mondo. Di occasione turistica ed economica ha parlato a Cabras anche il sottosegretario ai Beni culturali, Francesca Barracciu: “Non è un caso che le competenze del Ministero dei Beni culturali e di quello del Turismo siano state unite. Il nostro piano è quello di far fruttare il patrimonio storico e artistico dell’Italia e fare in modo che diventi davvero un vantaggio competitivo rispetto alle altre nazioni. Il circuito museale inaugurato oggi va proprio in questa direzione: i 40 anni di attesa per rivedere questi giganti sono stati abbondantemente ripagati”. Le venticinque statue antropomorfe, alcune alte più due metri, sono tutte maschili e raffigurano per la maggior parte i cosiddetti “pugilatori”, riconoscibili da un guanto armato e scudo protettivo tenuto sopra la testa. Poi ci sono gli “arcieri” con arco sulla spalla e i “guerrieri” armati con uno scudo rotondo. Le altre tredici sculture rappresentano grandi modelli di nuraghe. Quello recuperato Mont’e Prama è un insieme straordinario di frammenti statuari in arenaria di epoca nuragica collocati in prima ipotesi intorno VII a.C. e in seconda addirittura nel 1000 avanti Cristo.

 

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