Federica Mogherini, the high representative of the European Union for foreign affairs, speaks to reporters after a security council meeting at United Nations headquarters, Monday, May 11, 2015. The European Union's top diplomat has assured the U.N. Security Council that under a proposed EU maritime operation against the growing wave of migrant smuggling, "no refugee or migrant intercepted at sea will be sent back against their will." (ANSA/AP Photo/Seth Wenig)

Mogherini all’Onu: sui migranti agire subito e mettere fuori uso i barconi

L’Italia ha bisogno dell’Europa, che finalmente comincia ad assumersi le sue responsabilita’. Ma anche l’Europa non puo’ fare da sola e ha bisogno del sostegno, della solidarietà dell’intera comunità internazionale. Solo cosi’, agendo insieme e subito, si può sconfiggere l’emergenza immigrati nel Mediterraneo perchè è un dovere morale, è l’apertura di  Federica Mogherini che  lancia il suo appello davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove ha presentato il piano europeo per affrontare il dramma dei barconi. Barconi,  ha detto l’Alto Rappresentante per la politica estera della Ue,  che devono essere messi fuori uso, cosi’ come deve essere distrutto ogni asset del macabro business dei trafficanti di uomini. La speranza e’ che nel giro di pochi giorni la proposta europea possa trasformarsi nel testo di una risoluzione delle Nazioni Unite e che possa essere approvata al piu’ presto. Perche’ l’Europa vuole agire possibilmente in un quadro di legalita’ internazionale. Ma il piano Ue verra’ comunque sottoposto al Consiglio europeo del prossimo 18 maggio, e in quella sede c’e’ gia’ la possibilita’ di prendere subito la prima decisione. Altrettanto importante sarebbe del resto il consenso delle autorità libiche all’operazione che la Ue si appresta a lanciare. Per questo,  afferma Mogherini,  bisogna lavorare con tutte le parti in causa. E sarebbe auspicabile un governo di unita’ nazionale nel Paese nordafricano ma non possiamo aspettare per combattere i trafficanti e per salvare le vite umane. Salvare le vite umane resta la priorita’ e migranti e profughi non saranno rimandati indietro e  la Convenzione di Ginevra sarà pienamente rispettata. L’ambasciatore libico all’Onu, Ibrahim Dabbashi, mette però paletti molto precisi ad un’iniziativa della comunità internazionale: “Non permetteremo un’operazione militare in Libia. Consentiremo solo un’azione coordinata tra l’Ue ed il governo legittimo di Tobruk, che sia un’azione umanitaria”, precisando che la la maggiore preoccupazione è la sovranità della Libia. I membri del Consiglio di sicurezza sembrano condividere il senso di urgenza rappresentato dalla Mogherini e da lei stessa constatato anche in una serie di incontri avuti al Palazzo di Vetro dell’Onu prima della seduta dei Quindici. Del resto, ha rimarcato il ministro degli esteri della Ue,  “una situazione eccezionale richiede misure eccezionali”. Come quella che in Europa ci si appresta a prendere stabilendo un sistema di quote per l’accoglienza dei migranti, stato per stato. “Nessuno può ignorare il fatto che i profughi che approdano sulle nostre coste cercano l’arrivo nella Ue, e nessuno può negare che l’Unione può assorbirli senza pesi né traumi”, ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, dicendosi fiducioso che l’Europa sia all’altezza del proprio ruolo. Anche per il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, una condivisione dell’accoglienza sulla base di un sistema di quote sarebbe un principio giusto. Intanto dal rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per le migrazioni, Peter Sutherland, si alza un monito: “Da Mare Nostrum a Triton l’Italia continua a salvare vite nel Mediterraneo. E se non vengono prese misure urgenti, entro l’autunno ventimila persone potrebbero perdere la vita in mare”. L’attesa bozza di risoluzione dell’Onu potrebbe arrivare da un momento all’altro. Dopo l’accordo raggiunto tra i Paesi europei nel Consiglio di sicurezza, la stesura e’ stata affidata alla Gran Bretagna. Restano ora da convincere i membri non europei del consiglio, come Russia e Cina. Il testo dovrebbe essere sotto l’ombrello del Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, quello che come estrema ratio prevede anche l’uso della forza.

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