Ministro Azzolina tra coronavirus e ritorno a scuola

‘Il governo accompagnerà il ritorno a scuola in sicurezza e considerate le condizioni determinate dall’ evoluzione epidemiologica’,  ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in audizione alla Camera. Il premier Giuseppe Conte nell’informativa di oggi sul Covid-19 alle Camere ha specificato che la gestione del rientro a scuola a settembre comporterà ingenti costi di organizzazione e le scorse settimane ci hanno mostrato l’importanza di aumentare la digitalizzazione dei nostri istituti e della nostra didattica: proprio a questo fine stanziamo 1 miliardo e 450 milioni di euro in due anni a beneficio della scuola.

‘Voglio rassicurare i dirigenti scolastici preoccupati per le responsabilità: stiamo lavorando per fare sì che non ricada tutto su loro spalle, ci saranno regole chiare e flessibili’, ha detto in audizione in Commissione Cultura alla Camera la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: ‘La chiusura scuola è stata operata in stretto collegamento con le autorità sanitarie. Il Dottor Miozzo proprio ieri ha ricordato quale sarebbe stato il rischio se avessimo tenute aperte le scuole. La riapertura avverrà in modo graduale’.

Intanto i sindacati della scuola annunciano battaglia. I motivi del malessere stanno soprattutto nella questione del reclutamento dei precari e sulla ripartenza a settembre.

In realtà un altro fronte di scontro si apre nella maggioranza sulla Azzolina. Stavolta si tratta del decreto Scuola, con un livello tale di tensione tra Pd e Leu da una parte,  e M5S dall’altra,  da far ipotizzare lo slittamento della fiducia al Senato alla prossima settimana. Un rischio, visti i tempi stretti per la conversione: il dl infatti deve passare alla Camera e scade il 4 giugno.

Il punto su cui lo scontro sta andando avanti da giorni è quello dei concorsi  docenti. Il ministro Lucia Azzolina vorrebbe tenere la prova a quiz. Le forze sociali e sindacati prima, il Pd e Leu,  poi si sono detti contrari per via dell’emergenza sanitaria. E lo hanno messo nero su bianco con gli emendamenti a prima firma Marcucci-De Petris-Verducci. ‘Il Pd vuol far saltare il decreto’, è l’accusa dei 5 Stelle fortemente irritati per il rallentamento dell’iter. ‘I pareri al Mef ci sono, ma Misiani non li sta dando…’, spiegano. Dal Pd respingono l’accusa al mittente: ‘Qui nessuno vuol far saltare il decreto. Piuttosto stiamo cercando una mediazione’.
Una mediazione che potrebbe passare dall’ok al concorso a crocette che ufficialmente resterebbe,  inserendo però la subordinata che, nel caso non si riuscisse a celebrare la prova  si andrebbe verso le soluzioni indicate dagli emendamenti, come il concorso per titoli ad esempio. C’è poi tensione attorno al ministro M5S il cui nome, peraltro, ricorre nelle voci su un possibile rimpasto di governo.
Arianna Manzi

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