“Mille giorni” alla Camera

Arriva in Parlamento il programma del premier per i prossimi mille giorni. “Mille giorni sono l’ultima chance per recuperare il tempo perduto, il cartellone di recupero dopo aver perso tanto tempo”, così il premier Matteo Renzi nel suo intervento alla Camera. “La gravità del nostro approccio ai mille giorni nasce dalla consapevolezza forte e diffusa che al termine di questo percorso riusciremo non soltanto a capovolgere la storia di questa legislatura ma a rimettere in pista l’Italia e se perdiamo non perde il governo, perde l’Italia. Oggi siamo in momento in cui l’eurozona è ferma, l’Italia ha interrotto la caduta ma non basta, non è sufficiente. I numeri non sono più devastanti ma chi si accontentasse di interrompere la caduta dovrebbe farsi vedere. Noi dobbiamo ripartire e tornare a crescere. Vorrei esprimere gratitudine mia e del governo per la parlamentarizzazione della discussione dei mille giorni. Qualcuno ha dipinto questa scelta come tentativo di dilazionare, di prendere tempo. Una lettura grottesca e persino ridicola. Noi non siamo partiti con l’obiettivo di tenere in piedi la Legislatura, né siamo interessati a tenere in piedi la carriera di un singolo parlamentare o di un membro governo ma in piedi Italia”. Il presidente del Consiglio è intervenuto poi sulle linee di attuazione del programma di Governo: “E’ obbligo di questo governo indicare dove vogliamo portare il Paese e vi proponiamo di utilizzare come scadenza della legislatura la scadenza naturale, sapendo che è possibilità delle Camere negare in ogni momento la fiducia al governo”. Il premier indica come orizzonte febbraio 2018 e sottolinea: “Il nostro obiettivo è quello di tornare a crescere partendo dagli occupati perché quell’incremento di 83 mila registrato in un anno a giugno è insufficiente ed abbiamo bisogno di reimpostare e rovesciare la scommessa politica ed economica di questo paese. Noi siamo con Italia che si spezza la schiena e non con i professionisti della tartina e dei presunti esperti, che non hanno previsto la crisi e hanno poi sbagliato a dare le risposte, ed ora con sicumera spiegano cosa dovremmo fare. Serve una nuova legge elettorale subito ma non per andare ad elezioni, ma perché una ennesima melina istituzionale sarebbe un affronto. Vorrei rivendicare con decisione o le riforme si fanno tutte insieme o non si porta a casa il percorso di cambiamento. Il benaltrismo come filosofia politica ignora il dato di fatto che o le riforme si fanno insieme o non si esce con il passo della tartaruga da 20 anni di stagnazione. Gli 80 euro non hanno dato l’effetto sperato. Potremmo fare di più, dovremmo fare di più, certo. Ma abbiamo iniziato serve una strategia condivisa di riduzione fiscale, del carico delle tasse sul lavoro con la riduzione per la prima volta dell’Irap. Il fisco deve essere il meno caro possibile. Al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non potrà essere quello di oggi. Non c’è cosa più iniqua che dividere i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B, e deve essere superato un mondo del lavoro basato sull’apartheid. Se saremo nelle convinzioni di avere tempi serrati di esame della delega sul lavoro rispetteremo il lavoro del Parlamento altrimenti siamo pronti anche a intervenire con misure di urgenza, perché sul lavoro non possiamo perdere anche un secondo in più. Rispetto il dibattito parlamentare ma anche le esigenze che ci arrivano dagli imprenditori. Serve un messaggio di semplificazione delle regole che impediscano diversità nei tribunali. La riforma della giustizia deve cancellare il violento scontro ideologico del passato”. Matteo Renzi ribadisce poi che l’indipendenza della magistratura è un valore assoluto, che deve essere rispettato “sia se fa comodo che se non fa comodo”.

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