Milano, trans vessato da baby gang denuncia aggressori: “Non mi nascondo”

La diversità che giustifica, soprusi, minacce e ricatti. Il diverso discriminato per la sua ‘anormalità’, e spesso per la vittima diventa più semplice soccombere che denunciare. Spesso, ma non sempre. Roberto è l’esempio che il coraggio è l’unica arma per pretendere rispetto, per zittire la delinquenza, in qualsiasi forma essa si esprima.  Cinquantenne, trans, si presenta come Giusy, il suo nuovo nome. “Ho faticato tanto nella vita a trovare me stessa e ora, superati i 50 anni, non voglio più nascondermi”, dichiara con voce tremante. Il transessuale di Milano è stato  al centro delle cronache per essere stato vessato per mesi da una gang con insulti, schiaffi e bastonate. Quattro componenti della banda, tre minorenni e un 18enne, sono stati arrestati ma appena un giorno dopo sono arrivate nuove minacce di morte. ‘Se ti presenti davanti ai giudici – gli hanno detto – sei morto’. Ma non saranno queste nuove intimidazioni a fermare Giusy. Il diritto di vivere la propria vita nel rispetto della propria natura, supera qualsiasi tipo di minaccia e vessazione.

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