Milanese. La giunta dice no all’arresto

Tutto come previsto. L’ex collaboratore del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e deputato del Pdl si salva ma per una incollatura. La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha detto no all’arresto del deputato Marco Milanese: con 11 voti favorevoli (Pdl, Lega, Mario Pepe del Misto e Silvano Moffa dei Responsabili) e 10 contrari (Pd, Terzo Polo e Idv) è stata approvata la proposta del relatore Fabio Gava del Pdl di respingere la richiesta di arresto per Milanese. Ora la palla passa all’aula di Montecitorio che si esprimerà sul caso il prossimo 22 settembre. Determinante in questo primo round la scelta della Lega Nord di votare compatta con la maggioranza di centro destra diversamente da quanto avvenuto con l’altro deputato Pdl, Alfonso Papa. A spiegare il voto in Giunta è Umberto Bossi che parla di forzature. ”Devo sentire ancora il gruppo, ma i miei dicono che è un pò una forzatura”, alludendo alla richiesta di arresta avanzata per il deputato Pdl dalla Procura di Napoli. Anche se la patita decisiva si giocherà a Montecitorio con un esito scontato è il voto segreto o palese a dividere maggioranza e opposizione. l’Udc è contraria al voto segreto in aula alla Camera sulla richiesta di arresto. Per Pierluigi Mantini “il voto deve essere palese – argomenta – perché tutte le forze politiche devono assumersi la responsabilità di quello che fanno”. Anche il Pd, come l’Udc, vorrebbe che si votasse in modo palese. “Avevamo già sostenuto la necessità del voto palese – ricorda Marilena Samperi – anche per Alfonso Papa. E’ un problema di assunzione di responsabilità della politica davanti a fenomeni devastanti come la corruzione”. Ma per Nino Lo Presti di Fli, membro della Giunta per le autorizzazioni, quella sul voto segreto è una polemica inutile. “Se leggiamo il regolamento della Camera il voto segreto è comunque obbligatorio quando si decide sulla persona”. La Lega non chiederà il voto segreto. L’annuncio arriva dal capogruppo Marco Reguzzoni. “Ci sarà una riunione, probabilmente martedì prossimo, nel corso della quale – spiega – verrà chiarito qual è la posizione che assumerà la Lega. Ogni caso ha una sua singola peculiarità. Sentiremo la relazione che faranno i nostri componenti della Giunta che hanno letto le decine di migliaia di pagine del dossier e prenderemo una decisione. Sarà una decisione chiara come sul caso Papa”. Quanto alle modalità del voto, “mi sembra – afferma l’esponente del Carroccio – che ci sia un orientamento che va verso il voto palese, questo non dipende da noi. Non abbiamo chiesto il voto segreto sul caso Papa, non lo chiederemo stavolta”. E assicura Luca Paolinidi certo “la Lega non avrà sbandamenti”.

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