Migrazione: l’Italia costretta a dover fare da sola

La temuta invasione è iniziata

Negli ultimi dieci giorni sono sbarcati sulle nostre coste circa diecimila stranieri, sono il segnale inequivocabile di una situazione che entro pochi giorni, sarà molto complicata gestirla. A complicare ancora di più la situazione, ci si è messo l’aumento di pericolosità degli scafisti, che hanno trasformato il Mediterraneo in un teatro di scontri furiosi e feroci. I primi segnali gravissimi si sono avuti qualche giorno fa, quando da una motovedetta libica quattro uomini hanno sparato colpi all’indirizzo del rimorchiatore ‘Asso 21’, per ottenere la restituzione del barcone servito per traghettare centinaia di persone. Per non parlare della rissa scoppiata su un gommone, raccontata da giovani cristiani, che hanno visto loro amici picchiati e buttati a mare da giovani mussulmani. Questo sta a dimostrare che quando si vive una condizione così disumana, è inevitabile che la ferocia prenda il sopravvento. Ormai i gruppi criminali dediti al traffico di esseri umani pur d’incrementare i loro guadagni sono disposti a tutto. Nonostante quanto accaduto, sembra che tutto scivoli tranquillamente sulla testa dei leader dell’UE, quindi nulla si muove ed il nostro Paese si trova a fronteggiare una minaccia in uno ad un’emergenza. Qualche giorno fa un rappresentante dell’Onu, riconosceva all’Italia il merito di fronteggiare da sola questi eventi, portando sulle proprie spalle il peso dell’Europa. Tutti pensavano che questa dichiarazione potesse smuovere le coscienze delle vetuste ed ingrigite cancellerie europee, ma in effetti da Bruxelles hanno fatto sapere subito che non c’è allo stato, nessuna iniziativa in atto. Anzi hanno sottolineato che non ci sarà nessun rafforzamento delle operazioni marittime, nonostante la consapevolezza dei limiti della missione ‘Triton’. Il tutto diffuso da una nota ufficiale dei ministri degli Affari europei di Francia, Germania Italia e Slovacchia e che avrebbe dovuto sensibilizzare l’intera Europa per spingerla ad un’azione comune che desse una risposta chiara e precisa alla politica migratoria. Ci si consenta di scrivere: “Quanta ipocrisia e retorica!”.  E’ urgente varare nuove regole che proteggano i nostri uomini impegnati nelle operazioni navali di salvataggio in mare.  Ma queste regole è ora che l’Italia le vari in piena autonomia, tenuto conto della sordità alle nostre richieste da parte dell’Europa, onde prevenire conseguenze che potrebbero rivelarsi drammatiche. Con la Libia ormai fuori controllo, il pericolo per l’Italia diventa sempre più tangibile, è inutile illudersi di eventuali collaborazioni che non verranno. L’appello va al nostro Premier ed al Parlamento, che ciascuno per le proprie competenze si affrettino prima che sia troppo tardi.

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