Migranti: Sicilia si mobilita al quinto giorno Diciotti in porto Catania. Liberateli

Dopo la fumata nera di ieri al vertice informale di Bruxelles per la ripartizione dei migranti da cinque giorni bloccati nel porto di Catania la Sicilia si mobilita. Nel pomeriggio, alle 17, un cartello di associazione sarà al porto della città etnea per chiedere la ‘liberazione’ di “persone stremate e in precarie condizioni di salute”. I manifestanti arriveranno da tutta l’isola e all’iniziativa ha già annunciato il suo sostegno anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Nessun obiettivo politico del Governo – spiegano gli organizzatori – può giustificare l’utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto, considerate carne da macello, non vite e speranze ma numeri da distribuire o respingere”. Intanto a bordo della Diciotti la tensione sale. Ieri la maggior parte dei migranti ha rifiutato il cibo, attuando lo sciopero della fame. “Se finora l’emergenza sanitaria appare scongiurata, da un momento all’altro la situazione potrebbe precipitare perché le condizioni igieniche sono molto precarie”, ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, salito a bordo della nave della Guardia costiera insieme a una delegazione della commissione Sanità di Palazzo dei Normanni.

Già cinque i casi gravi di scabbia, 69 quelli presunti. Da 10 giorni 130 eritrei, 10 migranti delle Isole Comore, sei bengalesi, due siriani, un egiziano e un somalo dormono all’aperto, sdraiati su cartoni e con un grande telo verde sistemato sul ponte per proteggerli dal caldo e dal freddo. Due bagni chimici per 150 persone con una pompa per l’acqua corrente. Condizioni che il Garante per i diritti dei detenuti ha denunciato inviando un’informativa alle Procure che indagano sul caso. “E’ una situazione che mette anche l’Italia a rischio di una condanna in sede internazionale per trattamenti inumani” ha detto Daniela De Robert, capo delegazione dopo la visita alla nave. Intanto oggi il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, sarà a Roma per sentire alcuni funzionari del Viminale. Il fascicolo aperto dalla Procura della città dei templi per sequestro di persona e arresto illegale è a carico di ignoti e le stesse contestazioni potrebbero essere cambiate dagli inquirenti che devono accertare se la privazione della libertà personale dei profughi sia legittima e nel caso contrario individuare i responsabili della violazione.

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