Migranti, le Ong tornano in mare e ‘sfidano’ l’Italia

Torna a inasprirsi il contrasto tra il governo italiano e le Organizzazioni non governative impegnate nelle operazione di ricerca e soccorso dei migranti in mare. Sea Watch, Proactiva Open Arms e Mediterranea hanno fatto sapere, attraverso un comunicato congiunto, che nei prossimi giorni torneranno in azione con le proprie imbarcazioni per fornire assistenza e aiuto ai migranti che partiranno dalla Libia verso le coste italiane.

‘L’intensa campagna di criminalizzazione lanciata contro le organizzazioni umanitarie ha raggiunto l’obiettivo di eliminare testimoni scomodi e ha imposto il silenzio su ciò che accade in quelle acque’, ha sottolineato Open Arms nella comunicazione diffusa. I toni del dibattito si sono infiammati dopo l’inchiesta delle autorità italiane sull’Aquarius e dopo il caso della Nivin, con l’esercito libico che ha fatto irruzione sull’imbarcazione facendo ricorso alla forza per costringere le persone a scendere dalla nave per fare ritorno in Libia.

Proprio nelle scorse ore l’Italia era stata attaccata dall’Onu per il suo atteggiamento ritenuto ostile nei confronti delle Ong. L’Alto commissario ha parlato di una continua campagna diffamatoria in Italia contro le Ong impegnate nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo. La nota parla inoltre di una continua ‘criminalizzazione’ dell’attività svolta dalle organizzazioni non governative. Sempre stando a quanto riferito dall’Onu, l’Italia avrebbe reso difficile se non impossibile il lavoro delle Ong. La posizione del governo italiano avrebbe comportato aumento del numero dei morti in mare. 

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