Migranti, la proposta di Conte a Macron: ‘Rotazione dei porti’

Giuseppe Conte continua a lavorare per cercare una ‘svolta’ sulla questione migranti: dopo l’apertura ufficiale da parte della Germania, la volontà è quella di incassare un ok definitivo anche dalla Francia per una collaborazione. Intanto nella giornata di mercoledì è atteso l’arrivo di Emmanuel Macron in Italia: nel pomeriggio inconterà il presidente della Repubblica Sergio Matteralla; in serata cenerà invece con il premier dell’esecutivo giallorosso.

In attesa di una rivisitazione del regolamento di Dublino, si vuole attuare un meccanismo automatico di redistribuzione temporaneo; successivamente l’obiettivo è quello di mettere in atto una rotazione dei porti per le Ong. L’altro punto nell’agenda del presidente del Consiglio sarà quello di convincere il presidente francese a sanzionare chi non accetterà la redistribuzione. Nel piano dovrebbero poi essere coinvolti altri Paesi: si ipotizza la presenza anche di Croazia, Grecia, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Spagna.

 Per il governo italiano ci sono motivi di ottimismo, ma non mancano le incognite. Di positivo c’è la disponibilità di Francia e Germania ad una ripartizione automatica fondata su quote per ogni Stato. E’ tutto da vedere, invece, se passerà la proposta del premier Giuseppe Conte di adottare sanzioni per chi non vuole accogliere. Inoltre, c’è da capire se Parigi punterà i piedi per accettare solo i rifugiati e non i migranti economici.

 Conte chiederà di superare la distinzione tra migranti economici e richiedenti asilo. In tal senso la Francia continua a sostenere la linea per accettare solo migranti economici provenienti dall’Africa in quanto sarebbe più facile rimpatriarli grazie ad accordi internazionali in essere.

Il nuovo clima in Europa ha portato anche ad una mano tesa verso l’Italia di Francia e Germania, che hanno accettato di accogliere il 25% dei migranti sbarcati sulle coste dell’Europa meridionale: un patto a 4, inclusa Malta, incubatore per una sorta di ‘coalizione di volenterosi’ disposti a condividere il peso degli sbarchi. La partita, tuttavia, è ancora tutta da giocare. Sia Roma che La Valletta chiedono la redistribuzione per tutte le persone salvate nel Mediterraneo, quindi anche i migranti economici, che sono la percentuale più alta. Berlino ha lasciato intendere di essere pronta in qualche maniera a tendere la mano, mentre dalla Francia ancora non sono arrivati segnali di apertura.

Riguardo alle Ong,   il ‘nuovo clima in Europa e i migranti provenienti dall’Africa è interessante ascoltare il parere di Don Aniello Manganiello  Non so se Zingaretti – si legge nel post allarmato di don Aniello – si è mai recato a Castelvolturno, alla località Mezzanone di Foggia, alle centinaia di supermercati dove i migranti chiedono l’elemosina, oppure nei casolari di campagna abbandonati, nelle stazioni ferroviarie, soprattutto le stazioni secondarie, nelle piazze di spaccio oppure nei luoghi di prostituzione? A questa gente la coscienza rimorde quando i migranti sono sui gommoni o sulle navi delle ONG. Poi quando sono a terra la coscienza pensa ad altro. Io ho sempre espresso il mio parere: non condivido questo tipo di immigrazione. Perché è una immigrazione che fa male a loro che vengono e a noi italiani. È un danno per entrambi.

Don Aniello Manganielloè un prete di trincea, che ha avuto il coraggio di prendere di petto camorristi e spacciatori. Un sacerdote che ha promosso iniziative per diffondere la cultura della legalità, soprattutto tra i giovani sia a Napoli e in Campania che nell’intero Paese. Autore del libro ‘Gesù è più forte della camorra’, dove ha raccontato gli anni trascorsi a Scampia, padre Manganiello ha fondato l’associazione ‘Ultimi per la legalità’, che ha presìdi in tutta Italia. 


 E mentre qualcuno si dice preoccupato dalle frasi di don Aniello sui migranti, la maggioranza si schiera decisamente col sacerdote campano.  Sentire dire da un parroco queste parole significa che vive i territori e vede le sofferenza di questa povera gente non come i buonisti di tastiera.

C’è  chi osserva: ‘È inutile fare gli indignati a comando, i buonisti e gli ipocriti. Questa politica non fa bene a nessuno, li accogliamo, e poi? Cosa facciamo per includerli attivamente? È’ accoglienza lasciare interi quartieri invasi da gente che non ha un obiettivo, non conosce la lingua, non si misura con la collettività; è questo un bene per noi e per loro?’.

I fedeli cattolici, che evidentemente non condividono le campagne della Cei e di Famiglia Cristiana, lo dicono chiaramente. ‘Finalmente un pensiero di carità vera. Don Aniello ho sempre pensato che dietro questa politica di immigrazione assurda c’è un volere delle grandi potenze di svendere l’Africa perché quando si toglie la forza lavoro i giovani ad una nazione la stai uccidendo per poi farci i loro comodi tanto chi starà a difendere questa grande nazione i vecchi e i bambini?’.

Per concludere i vertici Ue ha proposto un meccanismo di sanzioni per chi resterà a guardare, ovvero meno fondi per i paesi che non accetteranno le loro quote di migranti. Questa opzione è sul tavolo dei negoziati.  Per capire quanto successo avrà la strategia italiana sui migranti il primo appuntamento sarà appunto quello del 23 settembre, quando i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia, Malta, Finlandia (in qualità di presidenza di turno del Consiglio dell’Ue) e Commissione si riuniranno alla Valletta in cerca dell’intesa. Poi ci sarà il consiglio Affari interni dell’Ue, a Lussemburgo, il 7 e 8 ottobre, con i 28 più i Paesi associati Schengen, come Svizzera e Norvegia.

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