Migrants look through the border fence between Serbia and Hungary, near Horgos, Serbia, Tuesday, Sept. 15, 2015. Hungary has declared a state of emergency in two of its southern counties bordering Serbia because of the migration crisis, giving special powers to police and other authorities. (Zoltan Mathe/MTI via AP)

Migranti in sciopero della fame al confine Serbia-Ungheria

La presidenza lussemburghese del Consiglio dell’Ue convoca un consiglio Affari interni straordinario il 22 settembre. In questa occasione la presidenza auspica di far approvare una decisione su un meccanismo provvisorio per il ricollocamento di 120mila profughi, si legge in una nota della presidenza. Intanto un centinaio di migranti al confine di Horgos tra Serbia e Ungheria ha cominciato uno sciopero della fame per protesta contro la chiusura della frontiera dalla mezzanotte. La tensione è palpabile, con i migranti che fischiano e scandiscono slogan al passaggio degli elicotteri ungheresi che dall’alto sorvegliano sulla situazione al confine.  Il ministro degli esteri tedesco Gabriel attacca l’Ue che ‘ieri si è coperta di ridicolo’ e la cancelliera Merkel chiede un vertice straordinario dell’Ue la prossima settimana e ‘hotspot’ in Italia e Grecia. I Paesi dell’Est prospettano un ‘problema politico’ sull’eventuale voto per il ricollocamento dei migranti. Nuovi dati sui profughi: per il Frontex oltre 500mila arrivi nei primi 8 mesi 2015; per l’Oim 464.876 hanno attraversato il Mediterraneo, con 2.812 morti.Intanto si aggrava il bilancio del naufragio di migranti avvenuto all’alba nelle acque tra Grecia e Turchia: secondo il sito di Hurriyet, i corpi recuperati dalla guardia costiera turca sono almeno 22, tra cui quelli di 4 bambini, mentre 211 persone sono state tratte in salvo. La capacità di trovare soluzioni condivise alla crisi dei rifugiati da parte dei Paesi dell’Ue rappresenta la maggiore incognita per i rating sovrani, e un compromesso al ribasso potrebbe indicare che restano problemi di governance, un fattore chiave per i rating sovrani, scrive Standard & Poor’s, secondo cui una cattiva gestione può portare a populismo e xenofobia.

 

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