Migranti e governo Meloni: nuovi Cpr in Albania promossi dal governo albanese per la trasformazione degli hotspot in centri di permanenza rimpatri

Il governo albanese ha recentemente annunciato un decreto che prevede la trasformazione degli hotspot in centri di permanenza per i rimpatri. Questa iniziativa, confermata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, segna un passo significativo nella gestione dei migranti irregolari nel paese. L’obiettivo principale è quello di facilitare il rimpatrio di coloro che non hanno diritto a rimanere in Italia, contribuendo così a una maggiore sicurezza nelle città italiane.

Il ruolo dei centri di permanenza

I centri di permanenza per i rimpatri saranno strutture dedicate all’accoglienza e alla gestione dei migranti irregolari. Questi centri non solo offriranno un luogo di soggiorno temporaneo, ma saranno anche dotati di personale specializzato per assistere i migranti nel processo di rimpatrio. Il governo albanese spera che questa misura possa ridurre il numero di migranti che si trovano in situazioni di irregolarità e migliorare la sicurezza pubblica. La creazione di questi centri rappresenta un cambiamento significativo nella politica migratoria del paese, che mira a rispondere alle crescenti preoccupazioni riguardo alla sicurezza e all’ordine pubblico.

Implicazioni per l’Italia e l’Europa

La riforma dei centri di permanenza in Albania ha implicazioni non solo per il paese stesso, ma anche per l’Italia e l’intera Europa. Con l’aumento dei flussi migratori, molti paesi europei stanno cercando soluzioni efficaci per gestire la situazione. L’Italia, in particolare, ha visto un incremento dei migranti irregolari e la necessità di un approccio coordinato è diventata sempre più urgente. La collaborazione tra Albania e Italia potrebbe rappresentare un modello per altre nazioni europee, promuovendo una gestione più efficace dei migranti e garantendo al contempo la sicurezza delle comunità locali.

La svolta è vicina, il nuovo decreto Albania è pronto ad arrivare in consiglio dei ministri in settimana e conterrà un cambio di “ragione sociale” degli hot spot in Albania. “I centri albanesi di Gjader e Shengjin potrebbero avere un ruolo per rafforzare il sistema per rimpatriare i migranti irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia”, dice in un’intervista a “La Stampa” il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Gli “hot spot” saranno trasformati in Cpr (centri di permanenza e rimpatrio) adeguandoli al nuovo sistema dell’Ue per i rimpatri degli irregolari con i return hubs e aggirare la convalida dei giudici per i trattenimenti.

Grazie alla veste di Cpr, ragiona Piantedosi, ”potremo così riportare a casa i soggetti che, altrimenti, finiscono per rendere le nostre città meno sicure. I rimpatri sono un tema che sta affermandosi nel dibattito politico in tutto il mondo, anche oltreoceano. A noi, oramai, lo chiede l’Europa. Finalmente. Dovremmo esserne tutti contenti”. Una mossa che consentirà di aggirare le “ostruzioni” arrivate dalla magistratura all’utilizzo dei centri albanesi e le polemiche del Pd sui fondi sprecati per strutture che – non certo per colpa del governo – non riescono a funzionare a dovere, nel solco della nuova linea dura adottata dalla Ue.

Migranti, la svolta sull’utilizzo dei Centri di permanenza per i rimpatri

I centri ”contengono già al loro interno spazi dedicati a effettuare i rimpatri – spiega Piantedosi – La struttura è già predisposta per questa funzione”. ”L’originaria funzione dei centri sarà mantenuta e l’effetto deterrenza è comunque accresciuto dal fatto che aumentiamo i rimpatri – aggiunge – Oggi siamo a +35% rispetto all’anno scorso”. ”La funzione di centro per effettuare procedure accelerate di frontiera sarà comunque richiesta a breve, proprio dall’entrata in vigore dei nuovi regolamenti europei – ha continuato – Ad ogni modo, è vero, potrebbe essere anticipata dal prossimo pronunciamento della Corte di giustizia europea”.

I dati confortanti sul controllo del fenomeno

”In questo primo scorcio di anno rileviamo un ulteriore calo degli arrivi, ad oggi, di circa il 17% rispetto allo stesso periodo del 2024, un anno che a sua volta aveva fatto registrare una significativa riduzione degli sbarchi a fronte di quello precedente pari a -58% e di circa -37% rispetto a quello precedente ancora. Siamo soddisfatti perché rileviamo l’evidenza del lavoro che stiamo facendo per contrastare gli affari dei trafficanti di esseri umani, anche se il permanere di elementi di instabilità in alcuni Paesi di partenza ci inducono a mantenere alte cautela ed attenzione”, aggiunge il ministro dell’Interno. ”Per troppo tempo è stato dato un messaggio sbagliato, come se bastasse arrivare in qualunque modo in Unione Europea per avere il diritto di rimanervi – aggiunge – Ora la prospettiva sta cambiando anche e soprattutto grazie alle spinte del Governo Meloni. Miglioramento dei canali di ingresso regolare, rafforzamento dei rimpatri degli irregolari e lotta ai trafficanti saranno le direzioni di marcia in tutta Europa”. Secondo il ministro dell’Interno arriveranno meno migranti e ”ne rimpatrieremo di più. L’obiettivo è quello di far entrare i migranti esclusivamente attraverso i canali regolari e le nuove regole ci aiuteranno in tal senso”.

Circa Redazione

Riprova

Dai funerali a Papa Francesco al Conclave a maggio

‘Papa Francesco è tornato alla casa del Padre. Una notizia che ci addolora profondamente, perché …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com