Mercato dell’auto a picco in Italia: i dati

Il mese che si è appena concluso passerà, probabilmente, agli annali del settore automobilistico. Il blocco totale in atto per arginare la diffusione dell’epidemia di Coronavirus, infatti, ha quasi azzerato le vendite di auto nuove nel nostro Paese. Come annunciato dall’UNRAE, a marzo 2020 si è registrato un calo dell’86% delle nuove immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2019. Un crollo verticale, che mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro e che colpisce indiscriminatamente tutti i marchi (o quasi).

Il caso del gruppo FCA è emblematico. Nel marzo 2019 i marchi del gruppo avevano venduto oltre 48 mila veicoli; nel mese da poco terminato, invece, il contatore si è fermato ad appena 4.692 modelli venduti. Un calo superiore al 90%, con le auto a marchio Fiat a pagare il prezzo maggiore (quasi -92%). La fetta di mercato, inoltre, si è assottigliata di oltre 8 punti percentuali, passando dal 24,5% circa a poco più del 16%.

Situazione analoga per i marchi del gruppo PSA. I francesi, in attesa di chiudere definitivamente la fusione con FCA, hanno fatto registrare un calo di immatricolazioni appena inferiore a quello del gruppo italo-statunitense. Per i marchi Peugeot, Citroen e Opel si è passati da 32 mila modelli immatricolati nel 2019 ad appena 3.400 nel 2020, con un calo dell’89% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La situazione è appena leggermente migliore per il Gruppo Volkswagen. In questo caso, il calo delle nuove immatricolazioni è stato dell’84,61%: si è passati dai 29.500 modelli venduti nel marzo 2019 ai 4.500 circa di marzo 2020. Nonostante il calo, il gruppo tedesco ha visto leggermente aumentare la propria quota di mercato, arrivata al 16%.

In questo panorama piuttosto grigio, c’è però chi è riuscito a veder crescere numero di modelli venduti e quota di mercato. Si tratta di Tesla che, sfruttando ancora il traino dell’Ecobonus, ha visto crescere del 60% circa le auto vendute (passate da 269 a 424.

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