Mercato auto Europa in calo a febbraio: effetto Coronavirus

Le vendite di auto continuano a calare in Europa, ormai da qualche mese assistiamo a questa situazione, ovviamente oggi l’emergenza a causa del Coronavirus non aiuta di certo la ripresa delle vendite, anzi, le immatricolazioni (dati Acea) sono state 1.066.794, il 7,25% in meno rispetto allo stesso mese del 2019.

Il bimestre si chiude con 2.202.010 di auto vendute, con una flessione del 7,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Per quanto riguarda il marchio FCA, che ha chiuso i suoi stabilimenti a causa dell’epidemia di Coronavirus, le vetture immatricolate in Europa a febbraio sono 74.852, il 6,9% in meno rispetto a febbraio dello scorso anno.

Fiat ha ottenuto a febbraio una quota del 5,1%, in aumento rispetto a quella dell’anno scorso e di gennaio. Nel progressivo annuo Fiat immatricola poco meno di 101.500 vetture, le stesse di un anno fa e migliora la quota al 4,6% dal 4,3% di febbraio 2019. Panda e 500 si confermano leader del segmento A, Panda è la più venduta con 17.800 immatricolazioni. Nonostante la situazione drammatica, è il migliore mese di sempre a partire dal lancio, anche grazie alla nuova versione Hybrid. Alle spalle la 500, che con 14.900 registrazioni aumenta le vendite del 18,9% rispetto a un anno fa.

Il Centro Studi Promotor sottolinea: “Il calo del mercato europeo a febbraio è determinato soprattutto dalla debolezza della domanda dei privati fortemente incerti per la scelta del tipo di alimentazione. Ovunque si registra un forte interesse per le soluzioni a zero impatto che tuttavia si accompagnano a incrementi di immatricolazioni forti in termini di percentuali, ma infimi in valori assoluti. In tutti i paesi le associazioni rappresentative dei produttori e anche quelle dei consumatori chiedono incentivi per le auto ecologiche (dall’eliminazione dell’Iva sulle elettriche ad altre forme) e un maggior impegno per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica, dato che l’offerta di auto elettriche è ora molto ampia e in grado di soddisfare una gamma molto grande di esigenze. Il Salone di Ginevra avrebbe dovuto rappresentare proprio la consacrazione della svolta irreversibile verso l’elettrico”.

Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, afferma: “Il consuntivo dei primi due mesi del 2020 passerà alla storia come lo spartiacque tra l’auto prima del Coronavirus e l’auto dopo il Coronavirus. L’impatto della pandemia sarà estremamente duro in marzo e nei mesi successivi fino alla fine dello stato di allarme e interesserà tutti i mercati dell’area”.

Le parole di Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia: “L’epidemia da Covid-19 rappresenta ormai un’emergenza per tutti i Paesi europei e sta già mettendo a dura prova la produzione e il mercato automotive, anche se i contraccolpi maggiori sono attesi per i prossimi mesi. Per questo, i singoli governi nazionali e l’Ue stanno mettendo in campo provvedimenti per la salvaguardia delle economie degli Stati membri e della competitività dell’industria dell’Unione, sia in questa difficile congiuntura sia dopo il superamento della crisi”. È stato chiesto al governo italiano un intervento ad hoc per il settore automotive, già messo a dura prova dalla transizione tecnologica e produttiva.

E infine Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae: “I dati di febbraio, non ancora influenzati dall’emergenza da Coronavirus, confermano la crisi ormai strutturale del mercato auto europeo, sorretto dai grandi sforzi economici di case automobilistiche e reti di distribuzione. L’outlook per il 2020, già negativo prima dell’inizio del dramma sanitario che il mondo intero sta vivendo, rischia di diventare insostenibile per la situazione economica e sociale che ne scaturisce, gravissima, e senza precedenti”.

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