Meloni: noi già pronti al voto, dobbiamo vederci subito con gli alleati per stabilire le regole

“Abbiamo avuto tre governi diversi con tre maggioranze diverse. Ce n’è uno che ha funzionato? No. La storia ci ha dato ragione. Perché gli unici governi che funzionano sono quelli a maggioranza coesa. La parola agli italiani”. Lo ha scritto su Fb Giorgia Meloni, l’unica che non esce con le ossa rotte da una crisi che FdI aveva largamente previsto asserendo che non era possibile governare con una maggioranza raccogliticcia.

Un concetto che ha ribadito anche a Tg2 Post, dove ha commentato anche la data del voto, fissata dal cdm per il 25 settembre. “Francamente – ha detto – non ci aspettavamo di arrivare al voto il prossimo 25 settembre, nel senso che la dipartita di questo governo è stata parecchio rocambolesca, per certi versi inaspettata. Comunque, pronti al voto siamo sempre stati e lo siamo anche ora…”.

“Siamo pronti a votare a settembre, per noi la gran parte di lavoro è già stata fatta – ha aggiunto – in questi anni, ma non si deve altro che ribadirla, riassumerla e raccontarla anche meglio… Mi pare che siano maggiormente in difficoltà altri partiti che in questa veloce campagna elettorale dovranno tentare il modo per reinventarsi, riscoprire una propria identità o darsene una nuova…”. Meloni allude alla fine del campo largo, sul quale aveva ironizzato in mattinata anche un altro esponente di FdI, Andrea Delmastro, per il quale il campo largo è ormai un “camposanto”.

“Le uniche elezioni che piacciono al Pd – è stata un’altra delle battute della leader di FdI – sono le primarie perché sono una competizione tra loro esponenti che non possono mandare a casa…”.

Meloni ha parlato anche degli alleati di centrodestra: ”Ho apprezzato la presa di coraggio degli altri partiti della coalizione adottata nelle ultime ore”. Questo certo facilita” i nostri rapporti all’interno della coalizione. Certo che ci vedremo, penso che ci si debba vedere quanto prima, siamo già al lavoro da questo punto di vista, perché i tempi sono stretti. Il punto non è fare le foto insieme ma darci delle regole. Dobbiamo vederci nelle prossime ore e stabilire quali sono le regole”.

”Siamo indisponibili – ha concluso – a fare alleanze variabili. Io penso che quando sei una squadra e ti avvii a una battaglia la prima regola è che si vince o si perde insieme. E se si vince si governa insieme e se si perde, si sta all’opposizione insieme”.

“Alla fine Fratelli d’Italia, dall’opposizione, è stato il partito più corretto nei confronti delle istituzioni e quindi anche di Draghi”. Giulio Crosetto la vede così. La crisi della legislatura “più pazza del mondo” era inevitabile prima o poi. Visto il grado di rissosità nella sbrindellata maggioranza che sosteneva l’ex governatore della Bce. Il tempo ha dato ragione a Giorgia Meloni, che si è limitata con un’opposizione frontale e responsabile a guardare il “teatrino dei partiti”.

Quello di Draghi al Senato – dice l’imprenditore e cofondatore di FdI intervistato dal Corriere della Sera – è stato un intervento prevedibile al 99%. “Me lo aspettavo, è stato un intervento duro, ci sta. Ha in sostanza detto: mi avete chiamato, mi avete chiesto di fare un governo di unità nazionale ora vi propongo di ripartire. Se ci state bene, altrimenti me ne vado”. Prevedibile la durezza. Crosetto dice di essere rimasto colpito da “una certa arrabbiatura. D’altro canto, in questa vicenda c’è un paradosso. Chi ha più osteggiato la sua candidatura al Quirinale oggi gli dice che è indispensabile la sua presenza a Palazzo Chigi per altri cinque mesi. Un controsenso, no?”.

Da sottolineare anche una sostanziale inesperienza politica nel passaggio sull’investitura dal basso. Me lo hanno chiesto gli italiani, ha detto con enfasi il premier dimissionario. Parole immediatamente contestate dalla leader di FdI che lo ha accusato di volere sostanzialmente pieni poteri. «Il presidente del Consiglio ha raddrizzato il tiro, confermando che si è reso conto che gli era scappato. Quella frase fa parte dell’inesperienza politica dell’uomo. Di una persona che ha sempre fatto altro nella vita”.

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