Sarebbero 70 i Paesi nel mondo che hanno già chiesto agli Stati Uniti di negoziare sulle nuove tariffe introdotte dal presidente Usa. Lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Karolinea Leavitt in un briefing alla Casa Bianca. Incontrando la stampa ha assicurato la disponibilità del presidente e del suo team a parlare con i diversi Paesi, a rispondere alle loro telefonate, dato per “non negoziabile” il principio di risolvere il disavanzo commerciale che ha messo il Paese in crisi per “offrire benefici ai lavoratori americani”. “I dazi sono un aumento delle tasse per i Paesi stranieri e un taglio delle tasse per gli americani”, ha sottolineato.
“L’intera amministrazione – ha riferito la portavoce Leavitt – ha sempre detto che il presidente Trump è disponibile ad alzare il telefono. E a parlare. Questa mattina il presidente ha incontrato il suo team per il commercio e ha indicato di fare accordi commerciali su misura con ogni singolo Paese che chiama questa amministrazione per concludere un accordo”.
Sul braccio di ferro con Pechino, Leavitt ha riferito che il leader tycoon rimane convinto che la Cina debba fare un accordo commerciale con gli Stati Uniti. E che sia un errore rispondere ai dazi introdotti dagli Usa con analoghe misure. “Trump sarà incredibilmente gentile se la Cina sarà disponibile a negoziare”, ha aggiunto. Intanto però nessuno sconto. Dazi del 104 per cento, con l’aggiunta del 50 per cento annunciato da Trump dopo che Pechino aveva varato contro dazi, contro i prodotti cinesi esportati negli Usa entreranno in vigore alla mezzanotte di oggi, ha confermato Leavitt.
Confermata dalla portavoce della Casa Bianca la visita di Giorgia Meloni negli Usa del prossimo 17 aprile.
Nel corso dell’incontro con le categorie produttive a Palazzo Chigi, la premier ha posto l’accento nuovamente sul negoziato con gli Stati Uniti. Un obiettivo – ha detto Meloni – “che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli. Che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile. Ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il presidente degli Stati Uniti”. “La sfida da esplorare è quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la presidente von der Leyen ha ribadito”, ha detto ancora la premier. La possibilità, cioè, di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’. “In questo – ha concluso Meloni – mi pare che ci sia una disponibilità da parte della presidente della Commissione e da parte del Commissario al Commercio che sta trattando”.
Missione dazi, per Giorgia Meloni, che il 17 aprile sarà a Washington per un incontro con Donald Trump. Obiettivo: difendere gli interessi nazionali, ma anche provare a fare da “mediatrice” con la Ue, ruolo che oggi il più autorevole media americano suo temi di politica, “Politico”, nella sua edizione europea, considera molto promettente. La sfida, in uno scenario dominato dall’incertezza sul futuro che anche oggi vede le Borse mondiali in fibrillazione, è “azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti” insistendo sulla formula “zero per zero”.
Meloni da Trump il 17 aprile, anche a nome della Ue
La premier, prima di annunciare la data della visita a Trump, ha messo in campo un pacchetto di aiuti alle imprese italiane per fare “fronte comune” rispetto “alla nuova delicata congiuntura economica che stiamo affrontando” e l’attivazione di tavoli di lavoro per trovare le misure idonee a rafforzare la competitività del tessuto imprenditoriale italiano. Il pacchetto messo in campo dal governo si articola in una serie di interventi: “Abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”, spiega Meloni. A queste risorse si aggiungono circa 11 miliardi dei fondi di coesione, che nelle intenzioni dell’esecutivo “possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti”.
Giorgia Meloni intende proporre a Donald Trump la cancellazione reciproca dei dazi industriali tra Stati Uniti e Unione Europea, la formula zero per zero su cui l’Italia spinge da tempo e che ora viene riproposta come cardine della linea economica dell’Esecutivo. A Palazzo Chigi, davanti a Confindustria, Cna, Confartigianato e Confcommercio, la premier ha delineato una strategia che tiene insieme diplomazia e bilancio, intrecciando trattativa e finanza pubblica.
C’è la missione a Washington il 17 aprile, ci sono pressioni da parte dell’Italia a Bruxelles per ottenere lo sblocco di fondi europei al momento non ancora utilizzati, e un cuscinetto da 32 miliardi da destinare alle imprese sotto scacco.
La proposta dello zero per zero, cavallo di battaglia del governo italiano, ha ottenuto il via libera anche da Bruxelles. La sfida da esplorare è invece quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere e che anche la Presidente Von der Leyen lo ha ribadito, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula zero per zero.
Un concetto che a Palazzo Berlaymont non suona affatto nuovo: il commissario al Commercio Valdis Dombrovskis, da mesi impegnato sul dossier, avrebbe manifestato un atteggiamento favorevole alla rimozione simmetrica delle barriere tariffarie, con la caduta dei controdazi Ue.
Un’ipotesi che, se trovasse sponda anche Oltreoceano, aprirebbe una finestra pragmatica dentro a un confronto che finora ha prodotto solo minacce e controffensive.