‘Parte la cosiddetta “Fase 2”, ma nessuno ha capito esattamente chi può fare cosa’, scrive su Fb Giorgia Meloni alla vigilia della “ripartenza”. “Aspettiamo che il governo interpreti se stesso e che delle circolari interpretative scritte da gruppi di esperti spieghino i DPCM scritti da altri gruppi di esperti”.
In pratica Crisanti avrebbe preferito riaperture mirate sulla base della curva dei contagi nei territori. Cioè lo stesso rilievo fatto a Conte dalla leader di FdI. “Io avrei cercato di capire quanti sono i casi Regione per Regione – ha aggiunto Crisanti – facendo emergere l’iceberg dei casi sommersi, ovvero le persone che non riescono ad avere una diagnosi e che rimangono a casa. Il rischio dipende da come sono distribuiti questi casi sul territorio”.
Analoga considerazione è quella di Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano.”E’ evidente che la situazione è diversa da regione a regione e che è clamorosamente mancato, lo abbiamo detto da tempo, l’intervento sul territorio, con qualche eccezione come il Veneto. L’emergenza non è finita, dobbiamo trovare il modo per gestire la riapertura e la convivenza con questo virus. E per questo sono preoccupato che in regioni dove l’epidemia è stata limitata, ci sia stato meno controllo territoriale dei contagi e dei contatti, che ora avrebbe rappresentato un ulteriore elemento di sicurezza”.