Melanoma, addio biopsia

Il melanoma è un tumore maligno che origina dal melanocita, cellula della cute che è preposta alla sintesi della melanina. Nelle donne il luogo più comune è le gambe mentre negli uomini è la schiena. Il melanoma è correlato alla causa primaria, l’esposizione alla luce ultravioletta in combinazione con la quantità di pigmentazione della pelle nella popolazione. I melanociti producono il pigmento scuro, la melanina, che è responsabile del colore della pelle. Il melanoma può insorgere in tutti i distretti corporei in cui sono normalmente presenti i melanociti, quindi la cute ovviamente, ma anche le mucose, le meningi e l’uvea. Ha una maggiore incidenza nel lato sinistro del corpo. Il trattamento comprende la rimozione chirurgica del tumore. Se viene rilevato precocemente, quando è ancora piccolo e sottile, se è completamente rimosso allora la probabilità di cura è alta. La probabilità che il melanoma torni o si diffonda dipende da quanto profondamente ha invaso gli strati della cute. Per melanomi recidivanti o che si diffondono (metastasi) i trattamenti includono la chemioterapia la terapia con anticorpi monoclonali e/o la radioterapia. L’esame che conferma la presenza di un melanoma è la biopsia. La presenza o meno di cellule di melanoma nei linfonodi è uno dei più importanti fattori prognostici a disposizione, oltre che essere fondamentale per le future decisioni terapeutiche.   Il ruolo della biopsia del linfonodo sentinella (SLNB) è fondamentale. Se il melanoma si diffonde, di solito la prima parte che raggiunge è il linfonodo vicino alla zona del tumore primario. Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo a ricevere il drenaggio della linfa dalla zona del tumore primario, e quindi ad accogliere per primo le cellule tumorali nel caso in cui il tumore si stia diffondendo al di fuori del suo sito primitivo. Quindi la biopsia del linfonodo sentinella è una procedura specializzata atta a determinare se le cellule del melanoma sono arrivate ai linfonodi. Si può evitare la biopsia necessaria oggi a sapere se un neo con caratteristiche atipiche è la spia di un melanoma oppure no?  Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Pisa e da quella di Lancaster e pubblicato su Nature Scientific Reports sostiene di sì: basta usare il laser Doppler una tecnica non invasiva che rileva la velocità di un fluido utilizzando luce laser. Il test, che dura circa 30 minuti, è stato valutato in 55 persone con nei irregolari.  Le biopsie successivamente effettuate sui pazienti hanno dimostrato che il test è stato preciso al 100 per cento nell’identificare i pazienti con melanoma. In particolare il test ha una sensibilità del 100 per cento e una specificità del 90,9 per cento. Significa che identifica il melanoma in tutti i casi in cui è presente, ma nel 10 per cento dei casi identifica come melanomi nei che non lo sono affatto. ‘Abbiamo usato la nostra conoscenza delle dinamiche del flusso sanguigno che è diverso nei nei maligni rispetto alla pelle normale’, ha detto una delle autrici dello studio, Aneta Stefanovska. Il nuovo test potrebbe dunque portare a una sostanziale riduzione del numero di biopsie attualmente intraprese.

Clementina Viscardi

 

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