Il fermo immagine tratto da l'unità.tv mostra Matteo Renzi durante il suo intervento all'assemblea nazionale del Partito Democratico a Roma, 18 dicembre 2016. ANSA/FERMO IMMAGINE L'UNITA.TV +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

Matteo Renzi in assemblea: ‘Abbiamo stra-perso ma fatto riforme profonde’

Prima riunione dell’assemblea del Pd dopo l’esito del voto referenadario, le dimissioni di Renzi e la nascita del governo Gentiloni. All’Hotel Ergife di Roma sono arrivati attorno alle 10 di domenica il presidente Pd Matteo Orfini, il vicesegretario Lorenzo Guerini e il capogruppo dei deputati Ettore Rosato. Con loro anche i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti. All’assemblea Dem sono presenti anche gli esponenti delle diverse ali della minoranza Pd Guglielmo Epifani e Cesare Damiano. L’ex sindaco di Torino Piero Fassino è entrato senza rilasciare dichiarazioni. Matteo Renzi torna sul palco e, dopo essere stato accolto da una standing ovation, pur ammettendo la sconfitta, rivendica quanto fatto dal governo: ‘Abbiamo perso,  ho perso il referendum. E anche questo ha segnato in modo molto forte il dibattito politico europeo. Faremo un’analisi molto dura, spietata, innanzitutto con noi stessi di quello che è accaduto al referendum. Un’analisi seria e severa, ma anche un sano senso di passione per la cosa pubblica devono segnare questa assemblea.  Abbiamo fatto riforme molto profonde; se due ragazzi si amano e, indipendentemente dall’orientamento sessuale, ora possono vivere insieme è grazie a una riforma del Pd. Queste  riforme non puzzano, segnano la grandezza del Pd. Il Pd ha accettato di sporcarsi le mani perché  la politica non è indicare ciò che non va, non è l’urlo. Se si fa così e poi ci si nasconde di fronte alla possibilità di raccontare proposte, il Paese non va da nessuna parte. Se per dire no alla corruzione si dice ‘No’ alle Olimpiadi, non si ferma la corruzione ma si fa male alla propria città. Ma i mille giorni sono il passato remoto di questo Paese, almeno per me e ora finiranno nel libro. E’ invece fondamentale dire, a chi ci ha votato ‘Sì’ o ‘No’, che senza sogni non si va da nessuna parte, se la politica è di chi urla più forte. La politica è cambiamento e il Pd ha accettato la sfida. Abbiamo detto che la riforma avrebbe fatto bene al Paese e querllo che accadrà è che quella proposta avrebbe permesso all’Italia di essere un Paese più facile, più banale. Un ‘No’ molto forte non impedisce di dire che questo blocca per i prossimi anni ogni possibilità di cambiare. C’era chi diceva che in 15 giorni avrebbe fatto le sue proposte di riforma. Aspettiamo i prossimi cinque mesi.  Abbiamo perso al Sud, il nostro approccio non è stato di disinteresse, ho visitato i luoghi più difficili. Ma abbiamo sbagliato pensando fosse sufficiente una politica di investimenti e patti per il Sud senza il coinvolgimento vero di quella parte di Sud che doveva essere portata con noi in una sfida etica prima che economica. Il primo errore. Abbiamo messo tanti soldi per il Mezzogiorno, saranno utili. Ma dico che mettere queste risorse senza coinvolgere le persone è stato un errore. Bisogna ricostruire un ponte con queste persone. E solo noi possiamo farlo. Abbiamo perso sui giovani,  sui 30 e 40enni. Fa male, perché la nostra generazione che perde nella sua fascia di riferimento fa pensare. Perché? Rabbia? Non è una generazione arrabbiata ma disincantata, da presidenti del Consiglio indagati, presi a monetine, cresciuta col mito della semplificazione e talvolta del semplicismo. Non siamo riusciti a prenderla sul referendum. E’ un luogo da cui ripartire, non fisico. Una generazione globale, ma la globalizzazione tecnologica fa pendant con sfide che mettono quella generazione a rischio. I signori del No non sottovalutino che c’è un 41% su cui fare i conti. Noi rifletteremo per ripartire. Il ‘No’ non è una proposta politica omogenea e la prossime politiche si giocheranno sulle proposte. Il 41% è una sconfitta, ma questo popolo ha bisogno di trovare luoghi da cui ripartire. E noi siamo il luogo più importante’. Poi l’attacco al M5S: ‘Abbiamo lasciato il web a chi diffonde falsità e a chi in queste ore è sotto gli occhi internazionali in quanto diffusore di falsità. Dobbiamo fare un patto con il M5s: voi la smettete con le bufale e noi non raccontiamo cosa siete, vale a dire un’azienda privata che firma contratti con i candidati. Ne riparleremo alle prossime elezioni’. Molti i controlli e alte le misure di sicurezza all’Assemblea nazionale del Pd . Non solo il servizio d’ordine del partito, all’Ergife anche controlli serrati di borse e zainetti. Regole ferree anche per i giornalisti che non sono ammessi all’interno della sala dove si svolge l’assemblea e che possono solo seguire i lavori dalla sala stampa.

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