Il Premier e Segretario del PD Matteo Renzi arriva al Nazzareno per la riunione di Direzione, Roma, 16 Febbraio 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Matteo Renzi e la ‘politica’ del ‘porta a porta’

Il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Nazareno dove la direzione nazionale del partito si è aperta con un pensiero – affidato a Barbara Pollastrini – per le famiglie delle vittime dell’incidente sul lavoro a Milano.

Le deroghe al limite dei tre mandati parlamentari, previste dallo statuto del Pd, saranno decise nella Direzione del 26 dicembre, che approverà le liste elettorali. Lo prevede il Regolamento delle candidature approvato dalla Direzione del Pd. Il Regolamento esclude gli eletti uscenti che non sono in regola con il pagamento delle quote al Partito.

La discussione interna al partito sul dopo propongo di farla dopo le elezioni,  ha detto il segretario Pd Matteo Renzi, a quanto si apprende, in direzione: in questi 46 giorni, si va casa per casa. Ogni ragionamento sul dopo si fa dopo. Il messaggio al Pd è basta discussioni e polemiche, ora a testa alta in campagna elettorale.

Ho scelto di iniziare con il primo nome per il Parlamento con un uomo che vive in una delle realtà in cui abbiamo fatto più fatica,  ha annunciato Renzi, in un’area culturale alla quale siamo orgogliosamente affini e che lavora in prima linea tutti i santi giorni: Paolo Siani è il nostro primo candidato. Già nelle prossime ore annunceremo altre personalità: abbiamo chiesto a una personalità della Cgil, Carla Cantone, e lei ha accettato.

Da oggi stesso concediamo la deroga per il presidente del Consiglio e per i suoi ministri per candidarsi alle elezioni: ‘E’  una valutazione politica. Il presidente del Consiglio farà il presidente del Consiglio, ma se lui e i ministri saranno in campo, come credo, sarà positivo per rafforzare non solo il lavoro di squadra ma anche un team più credibile degli altri’.

Mancano 46 giorni alle elezioni generali del 4 marzo,  ha scritto  il segretario del Pd nella sua Enews: ‘Le elezioni non sono un concorso di bellezza, ma la scelta tra modelli diversi di Paese. Presentare un programma significa immaginare l’Italia dei prossimi anni, provare a scrivere il futuro dei diritti e dei doveri dei nostri figli, costruire un’idea di lavoro al tempo dell’intelligenza artificiale e della robotica. Siamo partiti da Torino con i nostri amministratori e da Milano assieme a Giorgio Gori, Carlo Calenda e Beppe Sala. Per inserire in una cornice seria e coerente le varie proposte, i singoli punti, occorre partire da quale visione noi abbiamo dell’Europa. Per questo sabato 20 gennaio, a Milano, terremo il primo vero incontro di campagna elettorale. E racconteremo cosa pensiamo dell’Europa, del ruolo da protagonista che l’Italia deve avere a Bruxelles, della necessità di avere più democrazia e più buona politica nelle istituzioni comunitarie. Le proposte che in queste ore il Pd sta elaborando partono da qui. Da come l’Italia deve stare in Europa. Poi, a seguire, il programma, i cento punti concreti con i risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere’.

 

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