Mattarella si è stufato: elezioni anticipate a ottobre. Scelta la data. Camere sciolte a luglio

Dalle parti del Quirinale la guerra costante tra i due partiti, Lega e M5s, di maggioranza ha stufato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I due vicepremier che parlano, litigano, si insultano, come se fossero avversari mina la credibilità dell’Italia e del governo all’estero. Mattarella non tollera più il clima di guerra continua.

Il Colle comincia a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di una crisi di governo post-europee. Aprendo lo scenario di uno scioglimento delle Camera prima dell’estate. Mattarella ha annullato viaggi e impegni istituzionali fino a settembre: c’è l’esigenza di monitorare l’evoluzione politica all’interno della maggioranza gialloverde. Sono troppi i fronti aperti: dall’autonomia alla questione opere pubbliche. E poi c’è lo spettro di una crisi finanziaria.

Il Quirinale tiene d’occhio anche il fronte giudiziario: l’inchiesta di Milano sulle mazzette potrebbe riservare colpi di scena. Così come quella sui fondi Lega. Se la situazione dovesse precipitare, Mattarella ha già pronto il piano: scioglimento delle Camere entro le prime due settimane di luglio. E voto in autunno: il 6 ottobre. In tempo per dare al Paese una maggioranza,  e un governo,  politico che si occupi della legge di bilancio.

Dal fronte Lega e Cinque stelle, la guerra continua. Il capo politico del Movimento Di Maio chiede un vertice di maggioranza: “Sull’autonomia sto chiedendo un vertice da un mese, ma Salvini non vuole fare il vertice di governo”, per questo “i dossier procedono a rilento”. Dopo il caso Siri il leader del Carroccio “l’ha presa sul personale”. Salvini è nervoso, non replica ma prepara la vendetta.

Ad agitare il governo ora ci si mette il decreto sicurezza-bis presentato dalla Lega e da Matteo Salvini. “Una mina”, secondo Giuseppe Conte e grillini sulla quale potrebbe davvero cadere l’esecutivo. Luigi Di Maio infatti considera il provvedimento – con cui verrebbe neutralizzato Danilo Toninelli in tema di sbarchi e immigrazione – una sorta di provocazione e, con Conte ormai sempre più appiattito sulle posizioni M5s, starebbe valutando l’ipotesi di rinviare la riunione per boicottare il testo. Un gesto estremo, nel caso, soprattutto perché Salvini da par suo tira dritto e si dice pronto a portare il testo in CdM “anche la settimana prossima”.

Insomma, come sottolinea anche il ‘Corriere della Sera’, ora a Palazzo Chigi si respira “aria di crisi”. Per inciso, il testo del decreto è arrivato a Palazzo Chigi nella tarda serata di venerdì. Conte lo ha valutato attentamente e, riferisce sempre il Corsera, pare “sia rimasto impressionato dalla forza esplosiva con cui è stato congegnato”. E ancora, i tecnici che lo hanno letto avrebbero rilevato alcuni profili di incostituzionalità.

Ed è a questo punto che entra in campo Sergio Mattarella: il premier e i grillini, ora, sperano in uno stop del Quirinale, anche se il testo ad ora è stato reso noto su Facebook e non per i canali istituzionali.

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