L'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile, al palazzo del Quirinale, Salone dei Corazzieri. Roma, 20 dicembre 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Mattarella e rebus governo

Non c’è una maggioranza in Italia, titolano i media esteri. Ma i primissimi dati lasciano spazio ad alcune soluzioni e ad una certezza: i Cinque stelle sono nelle condizioni di dare le carte. Più di un centro-destra vittorioso nei numeri a guida Salvini. Da settimane l’M5s garantisce che non lascerà l’Italia nel caos, trovando in questo una singolare sintonia con il Quirinale che farà di tutto per dare un esecutivo al Paese.

Un Pd fortemente indebolito e al partito di Pietro Grasso, Liberi e Uguali, che in queste ore osserva preoccupato dati non lusinghieri. Ma si apre  la questione Matteo Renzi: quali saranno le sue mosse di fronte a quella che non sembra esagerato definire una ‘debacle’? Ci sarà  una resa dei conti all’interno del partito? Il segretario ha più volte detto che non si dimetterà anche in caso di sconfitta, ma era dialettica pre-elettorale. E’ questa adesso la vera incognita da sciogliere. Non è un caso infatti che non sia piaciuta all’entourage di Di Maio la primissima dichiarazione del fedelissimo di Matteo Renzi, Ettore Rosato, che commentando gli exit pool ha detto che con questi numeri il Pd starà all’opposizione.

 Sergio Mattarella ha seguito lo spoglio da Roma, con la famiglia. E già ha fatto sapere che il Quirinale non nutre alcun pregiudizio politico. Sono i numeri parlamentari a determinare la nascita e la vita di ogni Governo, si ricorda non nascondendo gli ampi margini di manovra che la presidenza della Repubblica ha per sciogliere crisi complesse.

Ma,   si è anche ricordato in tempi non sospetti, non c’è alcun automatismo costituzionale nel decidere a chi dare l’arduo compito di tentare la formazione di un Governo di coalizione. Non basta avere un voto in più per ottenere il mazzo delle carte. La ratio che muove il Quirinale è lineare: dopo le consultazioni si provvederà a dare l’incarico a chi avrà l’effettiva possibilità di formare un esecutivo che abbia i numeri alle Camere. In entrambe le Camere. Non c’è dubbio che dopo questa sera in pole position ci sia Luigi Di Maio. Ma i tempi della politica spesso si dilatano e se non lo fanno spontaneamente ci pensa la Costituzione che generosamente fornisce tempo per analisi e approfondimenti. Tanto tempo.

Le Camere sono convocate per tra quasi 20 giorni, il 23 marzo. Poi bisognerà eleggere i presidenti di Senato e Camera e potrebbe non essere così semplice. Mentre per il Senato i tempi sono stretti (c’è il ballottaggio), per la presidenza della Camera serve la maggioranza assoluta. E quindi un accordo politico. Ovviamente Mattarella entrerà ufficialmente in scena solo dopo tutto ciò e avrà nella sua disponibilità la radiografia dell’accordo raggiunto per eleggere la terza carica dello Stato.  Di Governi di scopo, del presidente o, peggio, di minoranza al Colle proprio non se ne parla. C’è tempo per formalizzare quella che sarebbe una sconfitta di tutta la politica, il ritorno alle elezioni.

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