Mattarella è presidente della Repubblica

Sergio Mattarella è diventato oggi il presidente della Repubblica italiana. Per la prima volta un Capo dello Stato è stato eletto, di fatto, su diretta designazione del presidente del Consiglio. Con applausi e standing ovation, e con la quarta votazione a Camere congiunte, Sergio Mattarella supera il quorum con 665 voti. Sergio Mattarella è figlio di Bernardo, un   politico democristiano più volte ministro tra gli anni cinquanta e sessanta, e fratello minore di Piersanti,   che nel 1980 fu assassinato da  Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana   In gioventù ha militato tra le file della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica della quale fu responsabile per il Lazio dal 1961 al 1964, e poi della Federazione Universitaria Cattolica Italiana.   Laureatosi in giurisprudenza, è stato docente di Diritto parlamentare presso l’Università di Palermo.   Vicino per tradizione familiare alla corrente morotea della Democrazia Cristiana,   dopo la morte del padre nel 1968 e l’assassinio del fratello, alle elezione politiche del 1983 fu eletto alle elezioni politiche del 1983 alla Camera dei deputati. Rieletto alla Camera nel 1987 si mantenne vicino alle correnti di sinistra del partito ed in particolare al segretario De Mita. . Nello stesso anno fu nominato ministro dei rapporti con il Parlamento nel  governo Goria e confermato nell’incarico nel 1988 con il  governo De Mita. Nel 1989, con la formazione del governo Andreotti VI   fu nominato ministro della Pubblica Istruzione.   Si dimise dall’incarico il 27 luglio 1990, insieme ad altri ministri della corrente di sinistra della DC, per protestare contro la fiducia posta dal governo sul disegno di legge Mammì, di riassetto del sistema radiotelevisivo. Privo di incarichi di governo, fu vicesegretario della Democrazia Cristiana nel 1990 al 1992, anno in cui venne rieletto alla Camera. Nello stesso anno gli fu affidata la direzione del quotidiano democristiano Il Popolo. Nel corso della XII Legislatura della Repubblica Italiana Sergio Mattarella fu relatore delle leggi di riforma del  sistema elettorale della Camera e del  Senato che, recependo l’esito del referendum del 1993,  introduceva una preponderante componente maggioritaria. La legge Mattarella, denominata    Mattarellum, fu impiegata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001.  Il 5 ottobre 2011 il Parlamento in seduta comune lo elesse giudice della Corte costituzionale,  alla quarta votazione con 572 voti, uno più del quorum richiesto. Matteo Renzi ha scelto quindi una persona in possesso di tutti i requisiti per ricoprire il ruolo, con un profilo politico aperto a raccogliere consensi tra partiti anche molto distanti tra di loro. Il premier lo ha lanciato senza avere in tasca un accordo con le forze di centrodestra intestandosi il ruolo unico di grande elettore. Ovvero, puntare in partenza sull’autosufficienza di un blocco di consensi alternativo sia alla maggioranza di governo, che comprende Ncd ma non Sel, sia a quella delle riforme. La tattica ha contato molto più della strategia in questa partita del Quirinale. Renzi, in fondo, è a capo di tre maggioranza diverse e non omogenee tra di loro. Sul Jobs Act è arrivato un soccorso dall’ala destra, sulle legge elettorale è arrivato il sostegno di Berlusconi, sul Quirinale invece è lo stesso Cavaliere a ritrovarsi surrogato da Renzi che ricompatta il Pd. Grande capacità politiche sono state quelle di Renzi, perché se sfumava l’elezione di Mattarella si ritrovava comunque ben saldo a capo del suo schieramento elettorale. Il corso degli eventi e della legislatura riprenderà da martedì, a cominciare dalle riforme votate con Forza Italia. Conosco Sergio Mattarella, ha detto l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sul piano dell’assoluta lealtà, correttezza, sensibilità, competenza istituzionale e certamente dell’imparzialità. Tutte caratteristiche importantissime per disegnare la figura del Capo dello Stato. E’ sempre importante avere grandi numeri” e gli esponenti di Ap avevano “ragioni per essere polemici e assai più ragioni per la scelta che si è realizzata stamattina”.  Renzi e i suoi hanno lavorato, soprattutto ieri, per blindare la quarta votazione, che ha portato Sergio Mattarella al Quirinale. Perché anche se il Pd restava compatto, la certezza di essere al riparo dai franchi tiratori potevano garantirla solo i voti del centrodestra. Voteremo sì a Sergio Mattarella, avrebbe detto Angelino Alfano,  sottoponendo ai grandi elettori il documento con cui Ap voterà sì alla candidatura dell’esponente siciliano. Voteremo Mattarella  ha rincarato Fabrizio Cicchitto, esponente del Nuovo Centrodestra, perché il problema non è mai stato costituito da lui, che ci auguriamo sia un presidente al di sopra delle parti come lo è stato Napolitano. Poi si aprirà una discussione sul metodo adottato da Renzi, che ha causato una serie di problemi. Dunque si dovrà aprire un confronto politico su questo terreno, ma solo dopo l’elezione del capo dello Stato. Oggi nella quarta chiamata bastava la maggioranza assoluta di 505 voti. Sulla carta, il giudice costituzionale poteva contare su circa 645 consensi. Ora, con l’elezione di Mattarella al Colle inizia una sorta di rito laico che culminerà con l’insediamento al Quirinale del nuovo capo dello Stato. Dopo la proclamazione nell’aula di Montecitorio, la presidente della Camera,Laura Boldrini, insieme alla vicepresidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli, si recherà da Mattarella per annunciargli l’avvenuta elezione. Quindi nei prossimi giorni, probabilmente martedì, il nuovo presidente della Repubblica dovrà recarsi alla Camera per il giuramento e il discorso di insediamento dinanzi al parlamento riunito in seduta comune seguendo una prassi rimasta immutata dal 1948. Anche il Papa ha a inviato un telegramma a Sergio Mattarella, rivolgendogli “deferenti espressioni augurali per la sua elezione” e auspicando che “Ella possa esercitare il suo alto compito specialmente al servizio dell’unità. Mi è gradito rivolgerle deferenti espressioni augurali per la sua elezione alla suprema magistratura dello Stato italiano e, mentre auspico che ella possa esercitare il suo alto compito specialmente al servizio della unità e della concordia del Paese, invoca sulla sua persona la costante assistenza divina per una illuminata azione di promozione del bene comune nel solco degli autentici valori umani e spirituali del popolo italiano. Con questi voti invio a lei e all’intera nazione la benedizione apostolica”.

Roberto Cristiano

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