E allora studia la contromossa. E per recupare il rapporto sarebbe tentato di tirar fuori dal cilindro una carta tenuta nascosta fin qui, ovvero offrire al ministro di Pomigliano D’Arco la premiership. Non è dato sapere se questa offerta sia stata veicolata all’alto Colle. Certo è che davanti al Capo dello Stato Salvini ha speso le stesse parole nei confronti di ‘Luigi’ che poi ha ripetuto davanti ai cronisti uscendo dalla Sala alla Vetrata: ‘Credo che Luigi abbia lavorato bene nell’interesse del Paese, agli insulti di altri preferisco non rispondere. Preferisco un governo che faccia che costruisca, che guardi avanti’.

Dalle parti leghiste, la via maestra non può non essere il giudizio degli italiani, ovvero il ritorno al voto. ‘È la nostra opzione numero uno’.  È vero, i canali tra Lega e Cinquestelle restano apertissimi, in fondo non sembrano mai  essersi interrotti, confermano da più parti. Ma è altrettanto vero che il programma in dieci punti illustrato dal vicepremier, non è stato gradito dai soldati di Salvini.  ‘Sembrava scritto su misura per il Pd’, lamenta un soldato di via Bellerio. Ad esempio, viene criticato il passaggio sull’Ilva: ‘Ma non è stato lui a fare un gran casino a Taranto?’. E ancora sul punto numero 10 del programma, relativo alla Sanità, viene fatto notare: ‘Ma non lo sa che la sanità è regionale per Costituzione?.

 Salvini si rende conto che ancora ogni scenario è possibile. Il vicepremier è in macchina quando alle 20 Mattarella, dopo due ore di riflessioni, scolpisce parole inequivocabili, che lasciano aperto qualsiasi ipotesi sul tavolo: un ritorno di fiamma con i Cinquestelle, o il voto.