Matrimoni gay e Strasburgo

Il Parlamento Ue ha chiesto a nove Stati membri, tra cui l’Italia, di considerare la possibilità di offrire alle coppie gay istituzioni giuridiche come la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio. La richiesta è inserita nel paragrafo 85 del rapporto sulla Situazione dei diritti fondamentali nella Ue approvato  a Strasburgo. Nel capitolo dedicato ai diritti delle persone LGTBI, Strasburgo condanna con la massima fermezza la discriminazione e la violenza commesse contro questo gruppo di persone e chiede agli Stati di sanzionare le cariche pubbliche che insultano o stigmatizzano omosessuali e transessuali. Immediate le reazione politiche dopo la pronuncia del parlamento Ue, mentre in Italia la maggioranza si spacca sulle unioni civili . È muro contro muro fra Pd e Area popolare  con scambio di reciproche accuse sulle responsabilità della frattura. Dopo un braccio di ferro durato una mattinata in commissione Giustizia al Senato, sono stati  respinti 11 emendamenti centristi al ddl Cirinnà.   Maurizio Lupi è chiarissimo: ‘L’Europarlamento, in tale senso, è libero di pensarla come vuole ma non può chiedere a uno Stato sovrano di dire sì ai matrimoni gay. Il matrimonio e la famiglia sono istituti ben definiti dalla nostra Costituzione, riguardano un uomo, una donna e i loro figli. Il riconoscimento delle cosiddette unioni civili in Italia avverrà secondo modalità che lo distinguano nettamente dal matrimonio, checché ne pensino a Strasburgo’. Positivi invece i commenti che vengono dal Pd:  ‘Il Parlamento Ue’, afferma Alessandra Moretti, ‘ci sprona a riconoscere i matrimoni gay. Da troppo tempo manca in Italia una legge sulle unioni civili ed è ora che ci dotiamo di una norma che equipari i diritti di tutte le coppie perchè siamo uguali davanti alla legge, è questo che ci sta dicendo l’assemblea di Strasburgo. Speriamo che i conservatori di professione capiscano che è arrivato il momento di andare avanti spediti nella strada dei diritti civili’. Da Area popolare, con Maurizio Sacconi, arrivano ulteriori integrazioni agli emendamenti già presentati da Giovanardi affinchè le unioni civili non possano accedere alle stesse provvidenze di cui godono le unioni matrimoniali orientate alla procreazioni. Lo Stato non deve entrare nelle stanze delle persone, deve rispettarne la privacy e lo Stato si occupa di un profilo fondamentale per la continuità della società che avviene attraverso la procreazione. In realtà l’invito della Ue rimane un intollerabile attacco alla libertà del Parlamento italiano di decidere il futuro dell’istituzione matrimoniale.

Cocis

Circa Cocis

Riprova

Quell’allergia alle regole e ai controlli

L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com