Massimo Donadi: Ho diritto a fare il deputato, il Ministero ha sbagliato

Un errore nell’attribuzione dei seggi alla Camera dei Deputati potrebbe cambiare, anche se di poco, la geografia politica di Montecitorio. Cinque candidati sarebbero stati erroneamente eletti alla carica di onorevole al posto di altri cinque che, invece, ne avrebbero effettivamente titolo ma che ora restano fuori dal Palazzo. Il tutto per un errore imputabile al software del Ministero degli Interni. Ne è convinto Massimo Donandi (ex capogruppo Idv alla Camera, attualmente in quota al Centro democratico e per ora fuori dal Parlamento) che in una conferenza stampa annuncia di aver presentato un esposto all’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione per le opportune correzioni del caso. “Ne ho parlato oggi con il ministro Anna Maria Cancellieri – dice l’esponente del centro sinistra – che mi ha manifestato la sua assoluta volontà di collaborazione. Se l’errore fosse confermato, il ministro lo renderà immediatamente pubblico. L’errore non riguarda solo me, ma dieci persone: 5 ne uscirebbero dalla Camera e 5 vi entrerebbero”. Secondo l’esponente del Centro Democratico, formazione politica che nelle elezioni del 24 e 25 febbraio era apparentata con il Pd e Sel, a causa del complesso sistema di conteggio della legge elettorale in vigore ed in particolare per il complicato calcolo dell’attribuzione dei seggi (che avviene per assestamenti successivi) il Pdl perderebbe un seggio in Puglia (Roberto Marti) ed uno in Sardegna (Paolo Vella). Ne guadagnerebbe uno in Molise (Sabrina De Camillis) ed uno in Friuli (Emanuela Di Centa). Il Pd perderebbe in Umbria il seggio attribuito a Walter Verini e ne acquisirebbe uno in Sardegna (Gavino Manca). Attraverso questa nuova attribuzione dei seggi tra le forze politiche, Massimo Donadi rientrerebbe nel riconteggio perché conquistando un seggio in Umbria. L’ultimo caso riguarda Sel che perderebbe il seggio in Trentino (Kronbichler Florian) e ne avrebbe uno in più in Puglia (Sannicandro Arcangelo). “L’errore è talmente palese che non vi vedo alcuna intenzionalità ed è imputabile al software del ministero”. L’esposto, precisa Donadi – segue un percorso di verifica effettuato dai politologi Gianluigi Pellegrino e Paolo Feltrin (università di Trieste) in base al quale si è avuta “certezza” dell’errore.

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