Marino visto tra ricandidatura e Vaticano

Se c’erano ancora dubbi sulla profonda ostilità che il Vaticano nutre nei confronti di Ignazio Marino ci ha pensato il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, a fugarli: ‘Il Signore ci chiederà conto di questa epoca storica di Roma, di che cosa abbiamo fatto in quel tempo in cui a Roma c’era molto sconforto e direi anche arrabbiatura’. Il monsignor Vallini lo ha affermato parlando ad un incontro alla Pontificia Università Lateranense sulle iniziative della Diocesi per il Giubileo, indicando le motivazioni che lo hanno spinto a convocare istituzioni e associazioni cittadine per una grande assemblea per far ripartire la città. ‘Annunciando la lettera che sarà resa pubblica durante l’incontro il 5 novembre ho parlato della necessità di una scossa. Non possiamo essere rinunciatari rispetto alla città e dire ‘ci pensino le istituzioni’ e ognuno di noi deve agire’. Da questo punto di vista, ha anche spiegato il vicario di Roma, vorremmo che lo stesso Giubileo fosse l’occasione per una ripartenza affinché la nostra città risenta di questo sussulto. Il messaggio è chiaro perchè la Chiesa, i cattolici, il Vaticano sono protagonisti della vita cittadina e non possono essere ‘sbeffeggiati’ dall’esibizionismo di chi, anziché occuparsi dei problemi concreti dei cittadini, usa il Campidoglio per celebrare i matrimoni gay e farsi un po’ di pubblicità. Ovviamente il cardinale si rivolgeva, pur senza citarlo a Ignazio Marino che, noncurante, già pensa ad una prossima ricandidatura. Tanto più che, con il Giubileo, sarà proprio il Vaticano a portare a Roma ricadute economiche positive. La Chiesa non starà alla finestra anche nella scelta del futuro sindaco mentre quello dimissionario è bene che vada a casa senza ulteriori rivendicazioni. L’Osservatore Romano all’indomani delle dimissioni del sindaco Marino puntò il dito sottolineando che nelle analisi compiute dagli organi di informazione italiani, si nota la pressochè inedita unanimità nel considerare come inevitabile l’epilogo al quale si è giunti. Marino è sotto i colpi di un’inesorabile serie di episodi che, a seconda dei casi, sono stati quanto meno qualificati come gaffes, gesti francamente inopportuni o superficialità. Lo stesso Renzi aveva siglato: ‘È onesto, ma ora deve governare. Perché ora la capitale, a meno di due mesi dall’inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie’. Di certo, continuò l’Osservatore Romano, c’erano le infiltrazioni mafiose anche nel sistema degli appalti, forti dell’appoggio di funzionari amministrativi fino a qualche mese fa intoccabili. Di sicuro c’è stato un velo oscuro sopra la gestione e la raccolta dei rifiuti e delle discariche mentre è evidente quanto i monumenti di Roma siano stati deturpati dai chioschi dei venditori ambulanti. A Roma non si riescono a liberalizzare e a rendere efficienti alcuni servizi essenziali, a partire dai trasporti pubblici. E la manutenzione delle strade fa sospettare che ci sia molto da indagare anche lì. Ma, sopra a tutto, c’è una sola grande certezza: ‘Roma davvero non merita tutto questo’.

Cocis

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