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Marco Spada, tornato in scena in chiusura della stagione 2024/2025 al Teatro dell’Opera di Roma nella ricostruzione storica del 1981 firmata da Pierre Lacotte (a due anni dalla scomparsa), è un omaggio raffinato e sontuoso al balletto romantico, ma anche un tributo a un’arte teatrale fatta di bellezza, mestiere e poesia. È davvero uno spettacolo “d’altri tempi”, e uso questa espressione nella migliore delle accezioni.
Fin dall’alzarsi del sipario si resta colpiti dall’incanto delle scene dipinte alla “vecchia maniera”, realizzate con un’estrema cura e una straordinaria attenzione ai dettagli più minuti. I fondali, dipinti con mano sapiente, restituiscono la sensazione di entrare in un mondo sospeso tra pittura e sogno, dalla piazza animata, agli interni eleganti, fino alla scena silvestre del finale, ogni quadro è un piccolo capolavoro di equilibrio e gusto. È un trionfo della tradizione scenografica del Costanzi, testimonianza di una scuola artigianale che unisce rigore tecnico e sensibilità artistica.
Sul piano coreografico, la ricostruzione di Lacotte, ripresa con rigore e freschezza da Anne Salmon e Gil Isoart, restituisce tutta la grazia e il brio del balletto narrativo ottocentesco dove pantomima, virtuosismo e ironia si alternano con ritmo cinematografico, sorretti da una drammaturgia fluida e coinvolgente. La direzione di David Garforth guida l’orchestra con eleganza, valorizzando le tinte vivaci e teatrali della partitura di Auber.
La sera di martedì 28 ottobre nel ruolo del brigante romano Marco Spada (che in quel 1981 fu di Rudolf Nureyev), c’è Igor’ Cvirko (Principal Dancer del Bol’šoj) che offre al pubblico del Costanzi una prova carismatica, di tecnica impeccabile e presenza scenica magnetica. Chi lo segue sui social può divertirsi a vedere il momento in cui Cvirko prova i costumi originali di Nureyev che aveva una fisicità più minuta della sua. Accanto a lui, Iana Salenko, étoile dello Staatsballett Berlin, è una Angela dalla grazia incantatrice, pura e musicale, capace di trasformare ogni passo in una frase poetica, la sua espressività è stupefacente e riesce a mantenere una dolcezza incantata anche nei momenti in cui è richiesta la tecnica più pura.
Completano il cast Dmitrij Vyskubenko (Federici), Alessandra Amato (Marchesa) e Michele Satriano (Pepinelli), tutti scenicamente credibili, tecnicamente preparatissimi e a loro agio in questo contesto teatrale elegante e brillante. Il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, insieme agli allievi della Scuola di Danza diretta da Eleonora Abbagnato, si distingue per precisione e vivacità, nelle danze d’insieme emerge infatti un senso di coesione e di gioia performativa che restituisce pienamente lo spirito del balletto romantico. Le luci di Jean-Michel Désiré esaltano la bellezza dei costumi e la profondità dei fondali, contribuendo a un’atmosfera fiabesca, dorata, in cui la nostalgia non è malinconia, ma splendore.
Marco Spada è uno spettacolo godibilissimo e sontuoso che riconcilia con la tradizione, ricordandoci che la modernità della danza può consistere anche nel saper custodire il passato. Un viaggio nel tempo che lascia il pubblico sorridente e grato, come dopo un sogno che non si vorrebbe finisse mai.
Ultima recita stasera… da non perdere!
MARCO SPADA
DIRETTORE David Garforth
COREOGRAFIA Pierre Lacotte
Coreografia ripresa da Anne Salmon e Gil Isoart
Scene e costumi Pierre Lacotte
Luci Jean-Michel Désiré
PERSONAGGI E INTERPRETI (recita del 28/10/2025)
MARCO SPADA Igor’ Cvirko
ANGELA Iana Salenko
FEDERICI Dmitrij Vyskubenko
LA MARCHESA Alessandra Amato
PEPINELLI Michele Satriano
Orchestra, Étoiles, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento Teatro dell’Opera di Roma
Ricostruzione dell’allestimento storico del 1981
ph. Fabrizio Sansoni
Loredana Margheriti
