Marco Minniti in una lunga intervista a L’Espresso, in edicola oggi, dichiara che ‘la sicurezza è di sinistra’, ovvero, osservando che i temi della sicurezza sono nel dna della sinistra: ‘Da tempo ho un’idea, quella di sfatare il tabù che le politiche di sicurezza siano ‘par excellence’ di destra. È vero che spesso un impulso securitario nella società e nell’opinione pubblica produce uno spostamento a destra dell’elettorato, ma sono da sempre convinto che la sicurezza sia pane per i denti della sinistra’. In realtà il ministro del governo Gentiloni invita con decisione la sua stessa parte politica ad acquisire, facendoli propri, i temi della sicurezza e dell’ordine. Argomenti che la destra storica e politica ha sempre guardato con particolare attenzione e impegno contrastando il verbo progressista, che per anni si è limitata a ironizzare sulla ‘destra degli sbirri’ e dell’ordine pubblico. Temi che l’inquilino del Viminale vuole recuperare. Forse è obbligato a farlo per l’emergenza criminalità e l’escalation del terrorismo. Giorgia Meloni si è accorta che qualcosa non torna nelle parole di Menniti. ‘Il governo Pd perde il premier Renzi, ma non il vizio di raccontare balle’, scrive su Facebook: ‘Il nuovo ministro dell’Interno Minniti dice che sicurezza è una parola di sinistra. La sinistra ha fatto cinque indulti mascherati in quattro anni, ha depenalizzato una serie di reati, ha ridotto i tempi di permanenza in carcere, ha fatto entrare 500 mila clandestini che vanno a zonzo per le nostre città, non consente la legittima difesa neanche dentro la propria casa. La sinistra al governo è la pacchia di ladri e delinquenti, sempre schierata a difesa dei diritti dei carnefici e mai dei diritti delle vittime. No caro Minniti, sicurezza non è una parola di sinistra’.