Marco Bestetti, scelto da Berlusconi per guidare Forza Italia

Fonti vicine ad Arcore e  Forza Italia  parlano di Marco Bestetti come il volto, giovane e nuovo, che potrebbe  avere i numeri giusti per candidarsi come volto nuovo della Milano liberale.

Milanese di nascita, origini benestanti e una carriera pubblica fondata su un cursus honorum esemplare, nonostante i soli trentadue anni, Bestetti rappresenta in toto l’ascesa del Municipio, il 7 ovvero San Siro-Biaggio, di cui è presidente dal 2016: ambizioso, in crescita e con un futuro inedito.

Laureatosi in Giurisprudenza alla Cattolica e attuale dipendente nell’ufficio legale di una società, Bestetti inizia la sua militanza politica negli anni del diploma e successivamente dell’Università, aderendo prima al movimento giovanile “Forza Italia Giovani”, poi a quello accademico “Studenti per le Libertà”. Dopo la gavetta come Consigliere di Facoltà, nel 2011, appena 23enne, è il primo degli eletti nella lista del “Popolo della Libertà” al Consiglio di Zona 7 di Milano, al quale affianca, dal 2012 al 2016, il ruolo di Coordinatore cittadino di Forza Italia Giovani. Per arrivare poi all’exploit più recente: con un 42,3% e la vittoria al primo turno con 28.852 voti alle elezioni per la carica da presidente del Municipio 7 di Milano nel 2016 come candidato per il Centrodestra.

La corrente dei “Colonnelli” di Forza Italia, giovani di talento, allora considerati il futuro della classe dirigente tra i berluscones, ha allevato fin da subito – sia per identità di quartiere sia per feeling ideologico – muscoli e mente del giovane Bestetti, che adesso, però, è un battitore libero

Non è un caso, quindi, che nell’estate appena trascorsa sia arrivata anche la nomina dal presidente Berlusconi come commissario nazionale di Forza Italia Giovani, con tanto di elogi da parte delle capigruppo di Fi di Senato e Camera, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. Complimenti di quest’ultima al sapore di beneplacito per un’investitura da parte del Cavaliere a quel figlio – in termini politici – che non ha mai avuto.   La corrente dei “Colonnelli” di Forza Italia, giovani di talento, allora considerati il futuro della classe dirigente tra i berluscones, ha allevato fin da subito – sia per identità di quartiere sia per feeling ideologico – muscoli e mente del giovane Bestetti, lanciandolo già nel 2015 nella fauci del grande pubblico e in quelle del padre emerito Silvio Berlusconi durante l’evento «Rialzati Milano».

Lo smistamento al Quartiere 7 di Bestetti, ai tempi, sembrò una punizione disciplinare diretta ai due capi corrente, vicini sì a Giovanni Toti ma non troppo a Berlusconi, se non a Paolo, molto amico in particolare di Altitonante. Tatarella invece paventò molte volte l’addio a Forza Italia, dopo che con la stessa Gelmini, mentore originaria soprattutto di quest’ultimo, aveva avuto scontri profondissimi, risolti tuttavia in una pax che lo aveva sancito vicecoordinatore regionale del partito.

Disegni e convergenze a parte, Bestetti adesso è un battitore libero, pronto a essere incoronato e aprire un stagione di restyling per il partito. Ma sarà davvero lui il prescelto del Cavaliere? Chi lo conosce bene e fa eco dei suoi passi, dipinge le caratteristiche di “Marco” come quelle di un “leader con carisma e visione politica”. Il fine impero del partito, così viene definito da chi sta alla sua corte, ha fatto diventare Silvio Berlusconi sospettoso di qualsiasi cosa, ma non di Bestetti, considerato essenziale per lenire lo spegnersi di un cerchio magico e in egual modo provvidenziale per rivitalizzare una leadership, sotto l’aspetto fisico nonché morale, spossata.

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