Mara Carfagna ‘candidata premier’, vera risorsa anti Giorgia Meloni

E se fosse Mara Carfagna, e non Di Maio, la carta segreta di Mario Draghi per il 2023? Secondo molti, la scissione del Movimento 5 Stelle e la formazione dei gruppi autonomi Insieme per il Futuro sarebbero l’antipasto del partito “draghiano” guidato da Luigi Di Maio per le prossime elezioni politiche. Uno scenario che vedrebbe il premier attuale non solo restare in politica alla fine della prossima legislatura, ma addirittura a Palazzo Chigi, sull’onda dell’emergenza internazionale (guerra in Ucraina e relativi strascichi disastrosi a livello bellico, geopolitico, diplomatico ed economico).

Anche Arnaldo Magro, nella sua rubrica “Segretissimo” sul Tempo, conferma questa ipotesi: Draghi vuole restare sulla scena politica, ma “per farlo gli servirebbero però due cose”. La prima è “un partito”, la seconda “il consenso degli italiani”, e “per ovvi motivi è più facile ottenere il primo rispetto al secondo”. Di Maio è senza ombra di dubbio uno dei ministri che l’inquilino di Palazzo Chigi tiene “in grandissima considerazione”, vuoi per l’esperienza maturata, la capacità del ministro degli Esteri di pescare nel bacino elettorale grillino (soprattutto al Mezzogiorno). Ma c’è un alto nome, assicura Magro, che frullerebbe in testa a Draghi: quello di Mara Carfagna, storico volto di Forza Italia da tempo in rotta con i vertici azzurri ed esponente dell’ala “meridionalista” del partito di Silvio Berlusconi. Una Carfagna che, soprattutto, ambirebbe a ritagliarsi un ruolo da leader in solitaria, e non solo capo-corrente.”In molti vogliono ricordare il forum Verso Sud promosso dal ministro Carfagna con ospite d’onore proprio Mario Draghi – sottolinea il retroscena del Tempo -. I due fedelissimi draghiani saranno dunque chiamati nei prossimi mesi alla ‘costruzione sul territorio’ di consenso”. Carfagna e Di Maio dovrebbero essere, nell’immediato futuro, “le colonne portanti del partito futuro del Presidente”. Un po’ più a lungo termine, però, c’è chi immagina per Mara il ruolo più prestigioso, da candidata premier “qualora Draghi si spostasse invece alla Nato”. Un po’ perché in grado di attirare anche i voti di centrosinistra, un po’ perché sarebbe la perfetta “anti-Giorgia Meloni”.

Marco Travaglio non usa giri di parole. Il direttore de IlFatto Quotidiano, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7, dà un consiglio diretto a Conte: lascia il governo. Insomma Travaglio non vede l’ora che si apra la crisi per poter bastonare Draghi. Nel corso della puntata il direttore del Fatto ha picchiato duro sul premier definendolo come il presidente del Consiglio più sopravvalutato della storia repubblicano.

Parole durissime che hanno acceso il dibattito. Travaglio ha chiesto nuovamente ai 5 Stelle di lasciare il governo perché a suo dire Draghi avrebbe distrutto tutto ciò che i 5 Stelle hanno fatto nel Conte I e nel Conte bis. “Secondo me chi si allontana dal premier Draghi guadagna consensi, basti guardare alla Meloni”.

Ma lo stesso Travaglio parla anche della Meloni e fa una strana profezia sulle elezioni: “Vedrete che i partiti prenderanno ancora una volta in giro. La Meloni è in testa ai sondaggi? Vedrete alla fine organizzeranno così tanti partitini di centro che di fatto ci diranno dopo il voto che ci sarà un nuovo governo tecnico”. Bisognerà attendere le urne per capire cosa accadrà davvero.

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