“Mantieni tua moglie”? “Puoi picchiarla”: lo stabilisce un giudice indiano

 

 

“Picchiare la moglie si può”, solo se si guadagna bene per poi poterla mantenere. Questa è una sentenza shock, di un giudice dello stato del Karnataka, nell’India centrale, sollevando le proteste delle associazioni femministe e anche una protesta su Facebook. Al centro della bufera è il giudice K Bhakthavatsala, che la scorsa settimana si è pronunciato contro una causa di divorzio presentata da una donna di Bangalore, che si lamentava di essere regolarmente presa a botte dal coniuge. Nel suo verdetto, il giudice le ha chiesto di riconciliarsi con il marito e di salvare il suo matrimonio per il bene dei suoi due figli. Ha poi aggiunto che “tutte le donne sanno di dover soffrire nel matrimonio” e che “dato che il marito guadagnava bene e si prendeva cura di lei, non aveva alcun motivo di lamentarsi se la picchiava”. Le scioccanti parole riportate dal quotidiano “The Bangalore Mirror”, hanno mandato su tutte le furie le associazioni di tutela dei diritti della donna che hanno lanciato una campagna on line contro il giudice. Un gruppo di avvocatesse ha anche presentato una petizione al giudice capo S.H. Kapadia, che guida la Corte Suprema di New Delhi, il massimo organo giudiziario indiano. In passato il giudice Bhakthavatsala si era già contraddistinto per le sue idee retrograde in materia di emancipazione femminile. Durante un processo su un divorzio aveva criticato un’avvocatessa dicendo che non era qualificata a dibattere un caso di separazione coniugale perchè non era sposata.

 

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