Dopo un’intensa campagna di buoni intenti e di promesse di investimenti per gli insegnanti, i cui stipendi si sarebbero dovuti collocare in linea con quelli europei, anche il governo del “cambiamento” si allinea a quelli che lo hanno preceduto: la nota di aggiornamento del DEF, pubblicata in queste ore, ci dice che sono in arrivo tagli per 150 milioni al comparto e nemmeno un centesimo per il rinnovo contrattuale. Nel Documento di Economia e Finanza, per la Scuola si parla solo di buoni intenti riguardanti la cittadinanza, l’alternanza scuola-lavoro, il sostegno agli alunni disabili, la formazione e trasferimenti del personale. Nulla di più.
Lo sostiene il sindacato della scuola, Anief, secondo cui la mancata promessa è così “evidente” che ora anche gli altri sindacati, dopo avere apposto la firma per disdire il rinnovo automatico del CCNL firmato lo scorso aprile, concordano con Anief sulla necessità di reperire le risorse per “ottemperare a quell’errore di considerare gli aumenti del 2018 perequativi, solo un bonus a termine, piuttosto che strutturali nelle buste paga di 1,3 milioni di docenti e Ata”.