Manovra, risorse scarse. La maggioranza è sul filo

Tutto esaurito. Anche a cercare nelle pieghe del bilancio, le risorse a disposizione di governo e maggioranza per accogliere le numerose richieste accantonate nel corso di questi giorni sono sempre più ridotte, rallentando automaticamente i lavori di commissione e Aula: la manovra è infatti slittata di quasi due giorni e sarà all’esame dell’Assemblea a partire da domani. A complicare il quadro, il difficile equilibrio all’interno delle forze che sostengono l’Esecutivo. I numeri continuano a correre sul filo, anche in commissione, e dunque i partiti, da Ala a Campo progressista passando per Alternativa popolare e talvolta lo stesso Pd, hanno gioco facile nel chiedere e, in parte ottenere, che almeno le proposte ‘bandiera’ siano soddisfatte. E così a due giorni dall’approdo in Aula, in Senato la maggioranza torna a fare i conti e a sperare che anche le opposizioni, in particolare Forza Italia, non alzino barricate.

Sul fronte delle risorse, il rinvio al 2019 della web tax e la scelta di non toccare le tasse sul fumo hanno di fatto comportato la rinuncia a una dote finanziaria, seppure modesta, che avrebbe potuto contribuire a sbloccare qualche partita considerando anche l’impegno a lasciare margini di manovra, seppure ristretti, ai deputati che avranno la legge bilancio in seconda lettura. Ragion per cui anche i capitoli su cui Palazzo Madama è riuscita a mettere mano sono tutti finanziati solo parzialmente: per il bonus bebè, voluto da Ap, arrivano 185 milioni il prossimo anno ma nel biennio successivo i soldi a disposizione sono la metà dei necessari; per il superticket, caldeggiato da Giuliano Pisapia, la cui abolizione come nota Mdp vale 600 milioni, ne vengono messi in campo 60, almeno per il momento; poi si vedrà. ‘La coperta è molto corta’, riconosce la stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

Ma non sono solo i soldi a creare divisioni. Con un emendamento a firma di un senatore di Ap, Guido Viceconte, è infatti spuntata in Senato la tentazione di introdurre un pezzo della riforma della Giustizia civile via emendamento: l’obiettivo sarebbe quello di estendere il rito sommario a tutte le cause di competenza del giudice unico, che rappresentano la maggior parte delle controversie civili. Una proposta che avrebbe incassato l’ok del Guardasigilli Andrea Orlando e che però non sarebbe condivisa del tutto all’interno del governo e sui cui, inoltre, si sono registrate le perplessità di magistrati e avvocati. L’esito è ancora incerto ma c’è chi scommette su un rinvio, che comporterebbe nei fatti cancellare le chance di una qualsivoglia approvazione della norma a causa della fine della Legislatura ormai prossima.

Nonostante i veti incrociati, i senatori sono comunque intanto riusciti ad approvare una manciata di norme oltre a quelle legate al welfare e alla famiglia. Hanno poi incassato il via libera un paio di emendamenti ‘minori’, che qualcuno legge in chiave ‘elettoralistica’: si va dalla proposta a firma Ala che istituisce il ‘Registro nazionale degli agenti sportivi’ al contributo, approvato all’unanimità, di 50 mila euro l’anno da destinare alla manutenzione del Cimitero monumentale delle vittime del Vajont.

Un emendamento, poi, riguarda il Cnel: la riforma costituzionale voleva cancellarlo, ora la legge di bilancio autorizza i vertici al rimborso delle spese di viaggio, ma la copertura dovrà essere garantita dagli stessi fondi usati per la gestione di questo organo rimasto di rilevanza costituzionale.

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